Due incendi dolosi sui Colli Euganei

Sono stati appiccati ieri pomeriggio sul Cero a Baone e sul Sassonegro ad Arquà Petrarca. Spenti anche con un elicottero
Di Nicola Cesaro
Baone, 18.06.2012 Incendio in via Vallesana a Baone Nella foto: i mezzi dei vigili del fuoco e l'elicottero in azione. ph. Zangirolami
Baone, 18.06.2012 Incendio in via Vallesana a Baone Nella foto: i mezzi dei vigili del fuoco e l'elicottero in azione. ph. Zangirolami

BAONE. Due incendi contemporanei, più di un ettaro di bosco bruciato, trenta uomini impegnati tutto il pomeriggio e mezzi dall’intera provincia per domare le fiamme. C’è la pista del piromane nella serie di roghi che ha visto coinvolti i Colli Euganei, dal primo pomeriggio di ieri. Ad andare letteralmente in fumo è stato almeno un ettaro di bosco sul Monte Cero, assieme ad alcune centinaia di metri quadrati di boscaglia del Sassonegro, ad Arquà Petrarca. Fiamme e fumo si sono viste sin da molto lontano.

Gli incendi. Due i roghi. Il primo, quello più grave, si è sviluppato nel versante del Monte Cero che dà su Baone, a monte di via Vallesana. L’incendio è divampato alle 14.30 e le operazioni di soccorso sono durate fino a sera inoltrata. Un altro incendio è scoppiato lungo via Marlunghe, sul Sassonegro, ma è stato estinto in pochi minuti: era molto più piccolo e si sviluppava tutto lungo la strada.

Le operazioni di soccorso. Coordinati dal funzionario del Servizio forestale della Regione, Fabio Capostagno, sul Cero sono arrivati almeno trenta uomini: operatori del servizio regionale, agenti del corpo forestale dello Stato, carabinieri della Compagnia di Este e vigili del fuoco di Este, Abano Terme e Padova, giunti in via Vallesana con un’autopompa serbatoio, un’autobotte e un modulo attrezzato. E’ stata allertata anche la protezione civile, mentre da Sospirolo (Belluno) è decollato l’elicottero antincendio a disposizione del Servizio. Si è rifornito dai laghetti di Baone e poi da una vasca allestita nel campo sportivo di Valle San Giorgio e riempita continuamente dai pompieri. E’ stato ipotizzato anche l’intervento di un Canadair, ma alla fine il lavoro a terra e le “bombe” d’acqua lanciate dal cielo hanno avuto ragione del rogo. Decine i curiosi assiepati ai piedi del Cero, nei luoghi di rifornimento e in piazza a Baone. Il “Cero in fiamme” è stato uno dei post più pubblicati in Facebook, con molti residenti che hanno raccontato l’esperienza attraverso il web.

Un piromane in azione? «L’incendio ha sicuramente una causa umana» non ha dubbi Capostagno «visto che l’autocombustione a queste altitudini è decisamente improbabile. Resta da capire se si tratta di azione volontaria o accidentale: fino a domani le autorità sono impegnate a raccogliere ogni indizio utile a ricostruire le cause del rogo». «Per ora non abbiamo trovato inneschi o tracce di idrocarburi» conferma Paolo Zanetti, comandante provinciale del corpo forestale «ma aspettiamo di chiudere le indagini. Certo, il fatto che ci siano stati due incendi contemporanei è un elemento che depone a favore della mano di un piromane». Si parla persino di più focolai sul Cero, accesi da mani esperte. Insomma, potrebbe essere un rogo avviato da chi sa il fatto suo in materia di incendi, con tanto di depistaggio iniziale sul Sassonegro. «L’incendio si è sviluppato a partire dalla strada» entra nel dettaglio Capostagno «dove probabilmente c’era dell’erba alta, e poi è proseguito verso le conifere. Fortunatamente, anche se l’incendio è stato esteso, non ci vorrà molto per il rimboschimento dell’area». Le fiamme non hanno in ogni caso toccato vigneti e raccolti, abitazioni e rustici, né tanto meno i ripetitori che contraddistinguono il Cero e che si trovano a una quota molto più elevata. La speranza, ovviamente, è che non si apra una stagione di fuochi come quelle che anni fa hanno devastato gli Euganei.

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