Due Palazzi, oltre le sbarre un mondo dimenticato

Seicento detenuti alla casa di reclusione, compresi 60 ergastolani di cui 10 “ostativi” Nel carcere circondariale le presenze sono più di 250: sovraffollamento endemico
PD 02 agosto 2006..Ascierto in carcere..(BARSOTTI) - Ascierto in carcere..(BARSOTTI)
PD 02 agosto 2006..Ascierto in carcere..(BARSOTTI) - Ascierto in carcere..(BARSOTTI)

La casa di reclusione di Padova viene costruita negli anni Ottanta e nel settembre 1991 entra in funzione. Denominata “nuovo complesso”, si aggiungeva alla già esistente casa di reclusione in piazza Castello nel Castello Carrarese. Nella fase di apertura della struttura, è stata dapprima attivata la sezione semiliberi e dopo alcuni mesi si è proceduto alla graduale ricezione di tutta la popolazione detenuta ristretta nello storico carcere destinato ormai alla chiusura totale ma a tutt’oggi in attesa di un destino. La casa di reclusione Due Palazzi (che ospita detenuti con pena definitiva) è una delle strutture penitenziarie più grandi del Triveneto: è arrivata ad ospitare fino a 900 detenuti (la capienza prevista sarebbe di 450), ora il numero degli ospiti è sceso a 600. All’interno la redazione di “Ristretti Orizzonti” che pubblica una rivista, e lavora come centro di documentazione; la cooperativa Giotto che occupa 30 detenuti ottimi pasticceri e con i suoi panettoni è arrivata dal Papa e da Obama; altre cooperative che danno lavori di assemblaggio a detenuti. Tutti e 600 o quasi attendono di poter essere impiegati, per guadagnare, per dare un senso alle giornate, per sentirsi vivi. Ma c’è lavoro per una minima parte. Al penale vivono sessanta uomini con una condanna all’ergastolo sulle spalle (in Italia sono circa 1500), dieci dei quali sono “ostativi”: a loro è inibito ogni beneficio penitenziario, permesso, semilibertà o affidamento ai servizi sociali. La loro vita è tatuata dal “fine pena mai”.

Poco più avanti, lungo via Due Palazzi, si incontra il carcere circondariale, costruito all’inizio degli anni Sessanta ed aperto dieci anni dopo. La struttura ha rilevato il vecchio carcere giudiziario “Paolotti”, situato nella zona degli ospedali, accogliendo, negli anni, tutti gli arrestati del circondario, con una capienza originaria di 100 persone. Dopo la riforma dell’ordinamento penitenziario del ‘75 è stato dotato di un reparto di semilibertà che però poi è stato trasferito nella casa di reclusione. Il circondariale ospita una media di 250 detenuti, oltre il doppio della capienza prevista, il che vuol dire celle costruite per una persona dove vivono stipati in tre.

(a.pi.)

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