Duro colpo ai narcotrafficanti

Dieci mesi d’indagine e un lavoro certosino affidato al Goa della Guardia di finanza di Venezia, coordinato dal pm padovano Benedetto Roberti, ha portato all’emissione di ben 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere, di cui sette andate a buon fine, per l’importazione nel Padovano di hashish a quintali e cocaina a chili. Un traffico ad altissimi livelli che avveniva tra il Marocco e la Colombia da una parte e Padova dall’altra, lungo il crocevia di Barcellona, porto di smistamento della droga destinata al Nordest. Caso chiuso e definito, almeno nel primo grado di giudizio, con quattro condanne e quattro patteggiamenti per un totale di 45 anni e mezzo di carcere inflitti, mentre per quattro imputati è stato fissato il processo davanti al tribunale di Padova il 6 dicembre.
L’INCHIESTA. Prende avvio nel 2010 con l’arresto a Padova del marocchino Karmal Abdellatif, un “corriere” già condannato che trasporta 10 chili di hashish per conto di Azeddine Dahmoun (trentenne con residenza a Cona nel Veneziano e un deposito destinato allo stoccaggio dello stupefacente a Piove di Sacco in via Boresse).
L’IMPORT DI HASHISH. Nella provincia lombarda pochi giorni prima, Azeddine (condannato a 8 anni, 60 mila euro di multa e all’espulsione) compra ben 30 chili di “erba” tramite un altro “corriere” che provvede a recapitare la merce sempre a Padova, dove è operativa la centrale di smistamento all’ingrosso della droga. È un importante trafficante Azeddine, che mantiene con determinazione il controllo e la gestione dell’importazione dell’hashish per poi rivenderlo a spacciatori destinati a smaltire sul mercato ingenti quantità di prodotto. Sempre lui, nell’agosto successivo, acquista 67 chili di hashish direttamente dalla Spagna: a fornire la droga è Abdelkrim Chickhaoui, 34 anni, marocchino con base a Terrassa, una ventina di chilometri a nord di Barcellona dove si trova tuttora latitante perché la Spagna ha negato l’estradizione. Quest’ultimo (rinviato a giudizio) è il grossista che ha effettuato la consegna tramite Ahmed Bouihammarne (3 anni e mezzo patteggiati) e Jawad Inani (3 anni e 10 mesi patteggiati) e un corriere albanese. Chickhaoui aveva garantito il trasferimento a Padova di altri 90 chili di hashish nel giugno 2010.
L’IMPORT DI COCAINA. Lungo la stessa direttrice di Barcellona, importano cocaina anche il trafficante venezuelano Amaro Eugenio Pereira Salas, detenuto nel carcere di Padova (4 anni e 10 mesi con 10 mila euro di multa patteggiati). È lui a collaborare con il pm Roberti: racconta che la “neve” veniva acquistata dal narcotrafficante colombiano Contreras (intercettato ma sfuggito alla cattura) ed era importata dalla Colombia via Spagna. Ed è sempre lui che fa il nome del “socio” in affari Giordano Pasquali, 49 anni di Valeggio sul Mincio (Verona), di professione giardiniere (condannato a 7 anni e 60 mila euro di multa) e del “corriere” spagnolo Juan Vargas Manzano, 45 anni (5 anni e 42 mila euro di multa patteggiati), che trasferisce diversi chili di cocaina in Italia in occasione di “viaggi turistici” con la famiglia in un agriturismo veronese.
Cristina Genesin
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