E-mail per i detenuti il servizio è a rischio

Nell’epoca in cui la comunicazione viaggia alla velocità del “subito”, nel carcere di Padova rischia di saltare il servizio che consente ai detenuti di inviare i loro messaggi via e mail. Costringendoli a tornare alle vecchie missive cartacee e ai loro tempi di consegna.
Un disservizio che non accusano solo i detenuti, ma le stesse guardie carcerarie e gli avvocati: per tutti, infatti, ricevere, smistare, consegnare, spedire la posta o comunicare con i detenuti comporta lavoro, spostamenti e tempo. Inconvenienti che grazie al progetto “Mai dire mail” della coop Granello di senape erano stati superati.
Sulla questione si è espressa l’avvocata Annamaria Alborghetti, presidente della commissione Carcere in seno alla Camera penale di Padova: «Esprimiamo viva preoccupazione per la volontà da parte della direzione della Casa di reclusione e del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria di non rinnovare la concessione per il servizio “Mai dire mail” di cui tutti abbiamo apprezzato l’utilità, poiché consente ai detenuti di comunicare in tempi rapidi con i propri familiari e difensori, contribuendo anche a umanizzare la pena. Ulteriore motivo di preoccupazione per il fatto che il servizio verrebbe interrotto nel periodo estivo».
Il servizio prevede che il detenuto consegni la versione cartacea del messaggio che intende spedire e che questo, preso in carico dalla coop, venga spedito con e-mail una volta scannerizzato. Nello stesso modo si ricevono le mail di risposta. I detenuti, infatti, non hanno accesso diretto alla rete e con questo sistema possono in qualche modo ovviare alla restrizione. Le mail si sono rivelate molto utili nei contatti con i difensori che altrimenti per comunicare con il detenuto devono recarsi in carcere. Così semplici informazioni arrivano più velocemente. —
E.L.
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