È morto Bruno Falcone il «signore della pizza»

Aveva 55 anni: colpito da un infarto nella sua abitazione, domani il funerale. Noto pizzaiolo napoletano era molto apprezzato anche dal sindaco

MONTA’. E’ morto, a soli 55 anni, colpito da un improvviso infarto cardiaco mentre si trovava nella sua abitazione, quello che in città, da anni, era chiamato «il signore della pizza», oppure «l’ideatore della pizza su misura». Ossia Bruno Falcone. I funerali si terranno domani, giovedì 14 febbraio, alle 15,15, nella chiesa San Ignazio di Loyola, in via Montà. Il pizzaiolo deceduto, originario di Corbara, in Campania, è arrivato a Padova quando aveva solo undici anni ed ha iniziato la sua lunga carriera padovana facendo subito il «garzone di bottega» nella pizzeria Marechiaro, in via Daniele Manin, sotto i portici, abbastanza vicino alla storica trattoria Da Cavalca, dove, negli anni d’oro erano sempre di casa il mai dimenticato allenatore del Calcio Padova Nereo Rocco e i suoi mitici panzer.

In città avevano già aperte le prime vere pizzerie napoletane i fratelli Lorenzo, Nicola e Piero Giordano, originari di Scala, il paese della famiglia di Michele Santoro. Prima di diventare padrone, Falcone senior si è fatto le ossa lavorando sodo anche alla pizzeria Serius, in via Cavazzana, quartiere generale, negli anni ’80, dei socialisti di Gianni De Michelis edal ristorante La Torre, nel centro storico di Castelfranco Veneto. Il primo locale che ha aperto come titolare è stato S’Aligusta, la pizzeria che si trova alla fine di corso Milano. I suoi soci erano Franco Filimbeni e Ciccio Sirignano, oggi gestore e cuoco della Zairo, in Prato della Valle ed anche Luigi Colluto, Donato Pirrone ed il fratello Franco. «Bruno era un grande lavoratore ed un apprezzato ristoratore», osserva Filimbeni, «le sue pizze piacevano anche a Flavio Zanonato e a Paolo Giaretta. La sua pizza preferita era quella fatta con il pomodoro San Marzano, con la mozzarella di latte vaccino che arrivava da Agerola, i capperi di Pantelleria, le acciughe della costa amalfitana e le olive calabresi della costa ionica».

Da alcuni anni «il signore della pizza» gestiva, con un successo sempre crescente, assieme alla moglie Raffaella e ai figli Gaetano e Maria, il ristorante Maxim, in via Montà, a pochi passi dalla chiesa dove saranno celebrati i funerali.

Anche Massimiliano Mistri, direttore editoriale di Edizioni La Gru, ricorda Bruno Falcone come «un punto fermo della ristorazione padovana e del Nordest. Bruno, inoltre, amava molto l’arte. Nel suo ristorante sono sempre esposti quadri di artisti emergenti».

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