È morto don Giovanni Preto, “007” del Papa Fu amico di Wojtyla e autista di Ratzinger

L’ex parroco di San Giorgio in Bosco aveva 85 anni: il funerale verrà celebrato giovedì mattina a Valdagno 

LA STORIA

Si è spento sabato, all’età di 85 anni, don Giovanni Preto: all’inizio del secolo è stato parroco di San Giorgio in Bosco. Figura di alto spessore culturale, presbitero amato e raffinato umanista, conobbe e dialogò direttamente sia con Papa Giovanni Paolo II che con Papa Benedetto XVI. Il funerale sarà celebrato giovedì, alle 10.30, nel Duomo di Valdagno, sua città natale. La diocesi di Vicenza ne ha ripercorso le tappe: buona parte del suo impegno pastorale è stata dedicata alla crescita dei giovani.

il cammino

Vicedirettore dell’Istituto “Antonio Graziani” di Bassano dal 1959 al 1973, don Giovanni ha insegnato italiano e latino dal 1977 al 1992; dal 1973 al 1977 è stato anche vicedirettore del Centro di Formazione professionale di Trissino; dal 1992 al 2001 assistente del cammino neocatecumenale a Marsiglia. Quindi l’esperienza a San Giorgio in Bosco (fino al 2005) dove ha lasciato un ottimo ricordo; tra il 2005 e il 2015 è stato cappellano all’ospedale di Arzignano, quindi ha continuato alla Fondazione Marzotto di Valdagno dal 2015 al 2019; si è spento nella Rsa Novello.

incontri

Tra le esperienze più significative della sua esistenza, l’incontro diretto con due protagonisti della Chiesa a cavallo fra XX e XXI secolo. Quando nel 2005 morì Papa Wojtyla, don Giovanni raccontò la sua amicizia e un’impresa da 007 che lo avrebbe legato per sempre al futuro papa e poi santo. Paolo VI doveva ricevere in Vaticano il segretario comunista polacco Edward Gierek, in quegli anni la Chiesa cattolica era perseguitata e il Vaticano voleva notizie autentiche, non filtrate dalla censura. Serviva un contatto e fu don Giovanni che andò in missione in Polonia. Lui aveva conosciuto Wojtyla nel luglio del ‘77, quando accompagnò la sorella, suor Maria Caterina, in terra polacca: l’allora cardinale di Cracovia lo accompagnò, guidando il motoscafo, a scoprire i laghi Masurie. In quel contesto invitò l’amico italiano a tornare a Cracovia nel 1984 per festeggiare i suoi 25 anni di sacerdozio.

Nel 1978 ci sarebbero stati però l’Habemus Papam e quel “se sbaglio, mi corrigerete” che gli avrebbe fatto conquistare la simpatia del mondo, ma cinque anni dopo Wojtyla mantenne comunque la parola: si ricordò di quella promessa, rintracciò don Giovanni, che entrò col fratello Francesco nella sua cappella privata. Il futuro Benedetto XVI incrociò invece la strada dell’ex prete di San Giorgio in Bosco all’inizio degli anni ‘90: il cardinale Ratzinger era stato invitato a Bassano per una conferenza e passò tre giorni con don Giovanni, che gli fece da autista e lo accompagnò ad Asiago, sul Grappa e a Levico. In canonica a San Giorgio don Giovanni conservava dietro la scrivania una foto di Wojtyla e una dedica: «A don Giovanni Preto la mia benedizione». Data: 18 ottobre 1978, due giorni dopo la fumata bianca del Conclave.—



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