E Muti offre il «Va' pensiero» all'Unità d'Italia
Pubblico in piedi a Roma per cantare assieme al coro del Nabucco

Sopra: applausi per Muti e gli interpreti del Nabucco A destra il pubblico in piedi canta «Va’ pensiero» assieme al coro
ROMA.
Un «Nabucco» così non s'era mai visto dai tempi di Giuseppe Verdi, quando lo spirito risorgimentale che pervade l'opera trasformò una serata alla Scala in una manifestazione contro il dominio austriaco. Sabato sera all'Opera di Roma l'obiettivo contro cui manifestare non era l'Austria imperiale, ma i tagli ai fondi per la cultura decisi dal governo. E contro questi tagli ha manifestato il maestro Riccardo Muti, accolto con un fiume di applausi, i primi dopo l'incidente di Chicago. Tre i momenti salienti e inattesi della serata. Prima il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha lanciato un appello al Governo perchè i tagli «drammatici e insostenibili vengano revocati». Subito dopo Muti, dal podio, si è rivolto al pubblico: «Il 9 marzo 1842 Nabucco debuttava come opera patriottica tesa all'unità ed all'identità dell'Italia. Oggi, 12 marzo 2011 non vorrei che Nabucco fosse il canto funebre della cultura e della musica». Parole accolte da applausi e da una pioggia di volantini. Poi è cominciato lo spettacolo. Ma l'episodio più inedito doveva ancora svolgersi. Giunto al famoso coro del terzo atto, quel «Va' pensiero» che ha fatto tremare il cuore dei patrioti di un secolo e mezzo fa, la domanda era nell'aria: farà il bis? Oppure non lo farà? Nel teatro lirico il bis non si usa mai. Ma proprio Muti cedette alle richieste del pubblico una sera alla Scala di tanti anni fa. Ieri sera ha fatto molto di più. Prima ha diretto da par suo il «Va' Pensiero», poi ha fermato lo spettacolo; si è voltato verso il pubblico, ed ha detto: «Sono molto addolorato per ciò che sta avvenendo, non lo faccio solo per ragioni patriottiche ma noi rischiamo davvero che la nostra patria sarà "bella e perduta", come dice Verdi. E se volete unirvi a noi, il bis lo facciamo insieme». E come ad un comando tacito tutti gli spettatori si sono alzati in piedi e coloro che sapevano qualche rigo del testo hanno cantato insieme ai cento coristi rimasti sul palcoscenico. Un fatto assolutamente inedito, arricchito ulteriormente da un nuovo lancio di volantini pseudo risorgimentali, che dicevano: «Viva Giuseppe Verdi», oppure «Viva il nostro presidente Giorgio Napolitano»; ma anche: «Riccardo Muti senatore a vita». Da lì lo spettacolo ha imboccato la dirittura d'arrivo fino alle ultime note, accolte da 10 minuti di applausi.
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