E’ sbandato perché provocato in un’assurda gara di velocità e non indossava le cinture
Decisiva la testimonianza della compagna uscita illesa dallo schianto in tangenziale «Quell’auto rossa ci aveva affiancati»
«C’era una macchina rossa davanti a noi, che viaggiava piano in corsia di sorpasso. Dopo un po’ si è spostata in quella normale per lasciarci passare. Ma subito dopo è tornata alla carica sorpassandoci e andando addirittura oltre la doppia linea continua. Non contento, il conducente ci ha affiancati, guardando all’interno del nostro abitacolo. Non ci lasciava andare. Quando Giorgio si è reso conto che stava per affrontare la curva, era troppo tardi».
Ilaria Maturi ha 25 anni, abita a Solesino, ed era la compagna di Giorgio Polato, il quarantaduenne leader dei Dadotratto morto nell’incidente stradale di sabato sera. Lei era seduta sul sedile del passeggero. Ha visto tutto. E ora è pronta a raccontare. Un’altra triste verità è che i due non indossavano le cinture di sicurezza. In quello stesso punto della tangenziale di Rovigo, nemmeno 24 ore più tardi, c’è stato un altro incidente mortale.
Vi ha perso la vita Felix Gledson Chaves, trentenne di origine brasiliana residente a Rovigo. «Ricordo che Giorgio ha iniziato a sterzare, frenando disperatamente per non perdere il controllo dell’auto - racconta ancora Ilaria - siamo finiti in testacoda e la parte posteriore della Fiat Coupé è finita contro il guardrail. Lo sportello dalla parte del mio ragazzo si è aperto e lui è stato sbalzato fuori. Quando l’auto si è fermata io sono scesa. Ho visto Giorgio steso per terra, ma non si muoveva, non diceva nulla. Era già morto». Sarebbe stata dunque determinante la presenza di una vettura che ha fortemente disturbato il quarantaduenne di Solesino. «Non ricordo il modello - ammette Ilaria - era rossa metallizzata e aveva i fanali rigonfiati. Quella sera noi eravamo stati tranquillissimi. Avevamo trascorso la serata al Bowling di Rovigo, con altre due coppie».
L’indagine sull’incidente successo sabato sera poco prima dell’una, è nelle mani degli agenti della polstrada di Badia. Pure loro hanno confermato che nel sangue di Giorgio Polato non c’erano tracce di alcol. La causa è una manovra errata, una accelerata di troppo in un punto in cui non si può correre. Si tratta della tangenziale di Rovigo, vicino al ponte sull’Adige di Boara Pisani. Sull’asfalto c’è ancora il sangue di Giorgio, ma proprio lì, su quello stesso punto, domenica sera ha perso la vita un altro giovane. Felix Gledson Chaves, 30 anni, brasiliano d’origine ma residente a Rovigo, si trovava sul sellino posteriore della Suzuki di un connazionale, Eduardo Fortes, ventitreenne. Hanno perso il controllo della moto forse a causa della forte velocità. Per il passeggero non c’è stato scampo. Anche per loro sarebbe risultato fatale il curvone in cui ha perso la vita Giorgio. Gli agenti hanno controllato a lungo sia il manto che la segnaletica, ma non hanno riscontrato carenze tali da giustificare due incidenti così gravi a nemmeno 24 ore di distanza.
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