Ecco il nuovo ospedale dedicato a Madre Teresa

Oltre 1.500 persone hanno riempito l’immenso ingresso della struttura Zaia: «Un applauso per chi si è spaccato la schiena. Sono soldi spesi bene»
Di Nicola Cesaro
Schiavonia (PD), 05.11.2014 Inaugurazione nuovo ospedale denomunato "ospedali riuniti Padova sud" ph. Zangirolami. Nella foto: Enoch Soranzo
Schiavonia (PD), 05.11.2014 Inaugurazione nuovo ospedale denomunato "ospedali riuniti Padova sud" ph. Zangirolami. Nella foto: Enoch Soranzo

MONSELICE. Si chiama Ospedali riuniti Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta” ed è il nuovo e avveniristico polo sanitario della Bassa Padovana. Un’opera da 165 milioni di euro, 434 posti letto e un’estensione di 250 mila metri quadri, realizzata grazie a un cantiere quasi da record durato appena quattro anni e mezzo. A tagliare il nastro della nuova struttura ospedaliera dell’Usl 17 è stato ieri mattina il governatore del Veneto Luca Zaia.

L’inaugurazione. La partecipazione all’inaugurazione è andata oltre ogni aspettativa: oltre alla parata di amministratori locali e regionali, di autorità d’ogni genere e di dirigenti medici, a Schiavonia sono arrivati centinaia di cittadini. Nel clou della cerimonia, alle 11.30, nella grande hall dell’ospedale c’erano almeno 1.500 persone. Già un’ora prima decine di auto erano in colonna sulla rampa di accesso a via Albere, paralizzando tutta la viabilità di ingresso all’ospedale. Sul palco sono saliti il governatore veneto Luca Zaia, il direttore generale dell’Usl 17 Giovanni Pavesi, il presidente provinciale Enoch Soranzo e quello della Conferenza dei sindaci Francesco Lunghi. Dopo i discorsi di rito, l’intitolazione della struttura e la benedizione solenne del vescovo Antonio Mattiazzo, Zaia ha tagliato ufficialmente il nastro tricolore dando nuova vita all’ospedale di Schiavonia.

Il nome. A sorpresa, il nome scelto è Ospedali riuniti Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta”: un piccolo colpo di scena, visto che quello della missionaria non era tra i nomi proposti dal sondaggio lanciato dall’Usl 17. All’ingresso è stato quindi scoperta una scultura in pietra con inciso il nome.

Dal palco. Il presidente regionale ha esordito chiedendo un applauso «a chi si è spaccato la schiena per costruire questo ospedale. Si è lavorato di inverno, d’estate, con il caldo e con il freddo per portare la sanità in una regione che in questo settore è al top in Italia. Abbiamo speso 165 milioni di euro delle nostre tasse: questi sono soldi spesi bene». E ancora: «Siamo tutti premi Nobel quando le cose funzionano, ma è bene ricordare anche chi, negli ultimi 50 anni, ha compiuto scelte impopolari chiudendo ben 49 piccoli ospedali. Scelte, queste, che hanno portato il Veneto a diventare un’eccellenza sanitaria». Pavesi ha sottolineato il lavoro dei 46 sindaci dell’Usl 17, «un’Azienda che ha compiuto una scelta lungimirante e che ha raccolto una sfida che richiede un cambio di direzione e di mentalità», mentre Lunghi ha rivolto un appello a Zaia: «La Regione ore realizzi qui la tratta della metropolitana di superficie e risolva l’assurdità di una nuova Sr 10 a due sole corsie e pure a pagamento». Un auspicio è arrivato anche dal vescovo: «Spero di non dover assistere a tagli alla sanità, e soprattutto auspico che non si dia vita a una salute per ricchi e a una per poveri». Mattiazzo ha poi espresso soddisfazione per il nome dedicato alla beata missionaria: «Ha dato l’esempio di come si devono trattare i malati. Ben venga questa intitolazione».

Tour e aperitivo. La mattinata inaugurale è stata austera, come ampiamente annunciato. I presenti hanno trovato un aperitivo offerto dalle ditte costruttrici e hanno potuto partecipare a un tour limitato ad alcune aree dell’ospedale. E già da oggi fiocchi e nastri, hostess e riflettori lasceranno lo spazio a medici, infermieri e pazienti.

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