Edizione, maxi-utile dalla vendita di Wdf In rosso solo il tessile

PADOVA. E’ un bilancio “dopato” dalla plusvalenza realizzata con la vendita della partecipazione in World Duty Free, quello archiviato dalla cassaforte della famiglia Benetton, Edizione Holding, nel 2015. Il documento è stato da poco caricato online e reso pubblico.
Il business.L’esercizio 2015 si è chiuso con 11,4 miliardi di ricavi in progresso del 5% e un risultato netto di 1.598 milioni rispetto ai 136 milioni del 2014 grazie alla maxi-plusvalenza da 1,06 miliardi che ha spinto l’utile a quasi 1,6 miliardi. L'Ebitda ha registrato un miglioramento del 3,9% a 3,7 miliardi. Il patrimonio netto è salito da 12,1 a 13,1 miliardi mentre l'indebitamento è sceso da 11,6 a 10,1 miliardi. A livello civilistico il risultato finale della capogruppo è stato positivo per 529,6 milioni di euro: 70 di questi sono stati distribuiti come dividendo (lo scorso anno erano 100 milioni) e il resto è stato accantonato a riserva. Al 31 dicembre 2015, infine, il cash flow (la cassa, ndr) segna 3,6 milioni (erano 2,3 milioni a fine 2014).
Una matriosca societaria. La holding controlla diversi business: tessile e abbigliamento (con il 100% di Benetton Group e il 100% di Olimpias che ne è la manifattura), poi c’è il ramo ristorazione autostradale e aeroportuale con il 100% di Schema 34 e il 50,10% di Autogrill; quindi le infrastrutture con Sintonia che controlla il 30,25% di Atlantia che gestisce Autostrade per l’Italia e Aeroporti di Roma. Infine il business immobiliare e agricolo con il 100% della società Maccarese e Edizione Property, a cui si aggiungono le partecipazioni in Generali (0,94%), Mediobanca (2,16%), Caltagirone editore (2,24%), Il Sole 24Ore (2%) e, da fine 2015, anche Hermès (0,21%) e L Brands, la società che detiene il marchio Victoria’s Secret.
Rivoluzione tessile. Al netto dei ricavi infragruppo, il business “core” con cui fu fondata l’azienda, quello della maglieria, pesa oggi per il 13,9% sul totale ricavi.
Il 2015 è stato il primo anno di cui si è potuto dar conto della sola attività commerciale-tessile (con focus sui brand United Colors of Benetton e Sisley) separata da quella industriale e immobiliare, secondo il nuovo perimetro deciso nel 2014: 1,52 miliardi di ricavi per Benetton Group Srl in discesa del 1,1% con una perdita di 46 milioni. «Nel 2015 sono state poste le basi per l’evoluzione futura dell’azienda» si legge nei documenti.
E l’evoluzione tocca anche a Olimpias che è l’anima manifatturiera (392 milioni in utile per 3,6 milioni). Il bilancio parla di una riorganizzazione che sta continuando nel 2016 per «la completa scissione organizzativa e operativa del ramo abbigliamento prevista per la seconda metà del 2017». Post scissione, «il gruppo Olimpias potrà proporre, già a partire dell’esercizio in corso, la propria capacità produttiva a clienti terzi diversi da Benetton».
Le divisioni in crescita. A crescere, sono le infrastrutture (+4,3%%) per 4,968 miliardi pari al 43,4% del totale consolidato, e la ristorazione (+8,4%) per 4,838 miliardi. Quel +5% di ricavi consolidati viene proprio da autostrade, autogrill e aeroporti. Nel 2015, si legge a bilancio, Atlantia ha investito 1,5 miliardi in ammodernamento e ampliamento delle infrastrutture; 335 milioni sono finiti negli aeroporti di Roma. Per quanto riguarda l’immobiliare Property risultano a portafoglio 85 immobili in 16 diversi Paesi al mondo: i ricavi da locazione sono 31,6 milioni con un risultato netto di 54,8 milioni.
Il nuovo corso. Edizione sta ora cambiando pelle. A 30 anni dalla fondazione, è stata avviata una nuova governance con parziale ritirata della famiglia dal comando: nel Cda siedono infatti oggi soli quattro Benetton (anziché 8), il resto sono estern”laici”: Gianni Mion (in uscita entro l’anno visto l’incarico assunto il 7 luglio in Banca Popolare di Vicenza), Fabio Buttignon, Fabio Cerchiai e Giovanni Costa.
Gilberto Benetton è rimasto presidente e ora dovrà traghettare il Gruppo verso una nuova avventura, dopo la grande opera di diversificazione del business. Ma «trasformare Edizione è qualcosa di profondo» ha spiegato il fondatore in una recente intervista. Managerializzazione, prima di tutto, con un nuovo amministratore delegato. Sul tavolo ci sono però altre partite, come l’acquisto della veronese Fedrigoni. Poi è caccia a possibili partner per i diversi business. Ne servirà uno per Autogrill con probabile discesa della Holding sotto il 50%, poi, ha dichiarato Benetton, «siamo disposti a cedere sino al 30% sia in Autostrade sia in Aeroporti di Roma». Il patto è che il nuovo socio gestisca lo sviluppo e una crescita internazionale delle società.
Intanto è in atto il recupero della classica Benetton. In settimana è stato lanciato il nuovo sito e il mood che seguirà la comunicazione internazionale: «Vestiti per tutti gli umani e per le loro emozioni».
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