Elena Ostanel: «Solo un bambino su tre con disturbi mentali riceve cure»
La consigliera regionale Elena Ostanel (Avs) denuncia la crisi della salute mentale infantile in Veneto: «148 mila minori con patologie, ma solo 56 mila seguiti dai servizi. La Regione investe appena il 2,25% del fondo sanitario, meno della metà della media nazionale»

«In Veneto abbiamo 148 mila ragazzi tra 0 e 17 anni che presentano patologie di salute mentale, di questi solo 56 mila arrivano ai servizi. Ci sono tante famiglie che non riescono ad accedere al servizio pubblico. E questo perché mancano i neuropsichiatri. Se la Regione non investe in salute mentale rischiamo problemi seri. E se non l’hanno fatto negli ultimi 5 anni, non vedo il perché debbano farlo nei prossimi».
La denuncia arriva dalla consigliera regionale Elena Ostanel, che sta portando avanti la campagna per le prossime regionali come capolista di Allenza Verdi e Sinistra. Ed è proprio sulla sanità che si consuma lo scontro politico più forte in queste settimane. In particolare la sanità di base, quella che si misura sulla pelle viva dei cittadini.
Ostanel, lei segnala dei problemi pesanti sul versante della psichiatria infantile. Da quali basi parte?
«Prima di tutto dalle testimonianze della gente che incontro. Siamo andati a volantinare davanti ai presidi sanitari: oggi saremo a Schiavonia e al Sant’Antonio, parliamo con le persone che entrano e escono dalle strutture. Ho incontrato una mamma il cui figlio ha la sindrome di Asperger ed è disperata perché nessuno segue suo figlio. C’è un’assoluta mancanza di personale».
Da cosa dipende?
«Dal fatto che la Regione non ha investito sul tema della salute mentale. Il Veneto su questo stanzia il 2,25% del fondo socio sanitario. Le linee guida nazionali dicono che si dovrebbe investire almeno il 5% e la media nazionale è del 3,05%. Siamo terzultimi, dopo Campania e Calabria».
In cosa si traduce?
«Nel fatto che mancano i neuropsichiatri. Al distretto 3, quello in cui c’è tutto il Piovese e anche Albignasego, ce n’è solo uno. Nel distretto 2 – quello di Terme e Colli, in cui ci sono anche Selvazzano e Rubano – sono solo due. Ci sono liste d’attesa dai 10 ai 12 mesi solo per la prima visita in età evolutiva».
Questo per quanto riguarda le patologie gravi, e per tutti gli altri?
«I dati sui consultori sono disarmanti. Sono diminuiti e le ore lavorare sono più basse rispetto alla media nazionale, perché spesso i professionisti lavorano a scavalco. Le famiglie si rivolgono alla medicina di base, ma anche qui siamo messi male con una cronica carenza di medici di medicina generale».
E cosa si può fare?
«Le proposte fatte negli ultimi anni sono tante. A partire da quella di istituire la figura dello psicologo di base. Ma non siamo stati mai ascoltati. Grazie a un mio emendamento abbiamo avviato una sperimentazione con l’Ordine che finanzia ore gratuite di consulenze specializzate nei luoghi dell’aggregazione giovanile, ma è ancora troppo poco. Dobbiamo preoccuparci di più del benessere psicologico dei nostri ragazzi».
È un problema, secondo lei, sentito dai cittadini?
«Pochi sanno che la competenza della sanità è esclusivamente regionale, spesso se la prendono con il governo. Mentre tutti lamentano liste d’attesa infinite. Addirittura a volte viene risposto che non ci sono posti, quando è illegale venire respinti nella prenotazione. Oggi sentiamo dalla destra proposte sulla sanità che sono state fatte nei prossimi 5 anni. Si sta mentendo ai cittadini, bisogna cambiare marcia». —
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