Emergenza inquinamento a Padova. Il 2019 anno peggiore. Verso lo stop delle Euro4

Aumentati gli sforamenti: Padova fuorilegge per il 19° anno consecutivo. E dopo l’Epifania c’è il rischio di un blocco allargato ai mezzi diesel più vecchi
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - TRAFFICO PER CONCERTO VASCO
TOME' - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - TRAFFICO PER CONCERTO VASCO

PADOVA. Ci sono i simboli, come Greta Thunberg che porta in piazza migliaia di giovani e giovanissimi. E poi ci sono i dati, freddi numeri che restituiscono in maniera plastica l’allerta per un’aria “malata”, che soffoca i polmoni dei padovani ed anche il loro futuro. E sempre più cittadini iniziano a pensare che sia la principale emergenza da affrontare nel 2020.

Intanto il nuovo anno si apre malissimo, scoprendo dal consuntivo elaborato da Legambiente che la situazione non è in via di migliorando e che anzi il 2019 è stato un anno peggiore rispetto al precedente. Con un record di superamenti a Terranegra (ben 71 giorni oltre il limite di legge per il Pm10) e la città che è per il diciannovesimo anno di fila fuorilegge.

Il 2020 non inizia meglio. L’area di alta pressione che insiste sul Nord Italia fa sì che tra nebbia e tempo stabile, le polveri sottili ristagnino nell’aria. Il 7 gennaio, alla ripresa dei blocchi del traffico dopo la pausa natalizia, potrebbe già scattare l’arancione, con il blocco dei mezzi privati diesel Euro4.

Più smog che nel 2018

In tutte le cinque stazioni di rilevamento Arpav della città nel 2019 il Pm10 ha totalizzato più superamenti del limite di legge giornaliero rispetto all’anno precedente. «Un altro anno che ha visto l’aria di tutti i quartieri di Padova pesantemente inquinata – sottolinea l’associazione ambientalista – È il diciannovesimo consecutivo fuorilegge». La legge infatti prevede un numero massimi di superamenti della soglia di legge (che è 50 microgrammi per metrocubo per il Pm10) fissato a 35 giorni.

I dati padovani fanno rabbrividire. All’Arcella il limite nel 2019 è stato superato per 65 giorni mentre l’anno precedente erano stati 60. In via Carli, alla Stanga, 57 giorni contro 47. A Granze 70 contro 63. In via Internato ignoto, a Terranegra 71 contro 61. Infine alla Mandria 61 contro 60.

«Va ancora ricordato che l’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria della Ue stima annualmente in Italia circa 60 mila morti premature per le polveri sottili, e 3.200 per l’ozono – è l’osservazione di Legambiente Padova – Certo, non siamo ai livelli del 2017, che con 102 superamenti risulta l’anno più inquinato del decennio. E questo in parte lo dobbiamo alla limitazione della circolazione dei mezzi più inquinanti da ottobre a marzo in vigore da un paio d’anni. Ma si deve fare molto di più, come sosteniamo ormai da anni».

Rischio stop alle euro 4

Dal punto di vista dell’inquinamento è stato una pessima fine e un pessimo inizio. Gli ultimi due giorni del 2019 è stato superato il limite di legge: 53 microgrammi per metrocubo il 30 dicembre e 69 per San Silvestro. Il tempo stabile non permette previsioni ottimistiche: il rischio è che i superamenti proseguano per diversi giorni di fila.

Se così dovesse essere il 7 gennaio, alla ripresa delle limitazioni anti-smog previste dal “patto padano”, potrebbe scattare il semaforo arancione, con il blocco allargato anche ai mezzi privati diesel Euro4.

Il rosso, invece, scatta dopo 10 giorni consecutivi di superamento della soglia di legge. Se non si registrassero miglioramenti il rosso potrebbe scattare con il bollettino di giovedì 9 gennaio. In quel caso lo stop si estenderebbe ai mezzi Euro4 commerciali, con ripercussioni sull’economia del territorio.

Quello che è certo, invece, è che dal 7 gennaio riprenderà il consueto stop ai mezzi benzina Euro0 e Euro1, e quelli diesel Euro0, Euro1, Euro2 e Euro3, oltre ai ciclimotori immatricolati prima del 2000. Le misure, cioè, giudicate positivamente da Legambiente e spesso avversate invece dai comitati dei commercianti.

Il falò fa discutere

A questo punto fa discutere anche il tradizionale appuntamento con il rogo della befana in programma il 6 gennaio in Prato della Valle.

Negli anni scorsi c’erano state polemiche per dei falò che provocano un innalzamento delle polveri sottili presenti nell’aria, che non vengono poi disperse dal vento. Negli ultimi anni, proprio per dare all’iniziativa un’impronta maggiormente sostenibile, era stato deciso che il rogo in Prato sarebbe durato solo 10 minuti, trascorsi i quali i vigili del fuoco intervengono per spegnere tutto.

Allo stesso modo sotto accusa finiscono la miriade di falò che si svolgono la stessa sera in tutta la provincia euganea. Nei prossimi giorni si deciderà cosa fare in base a una valutazione sul livello delle polveri sottili. —


 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova