Erano “Buoni amici” ma dalla cassa peota mancano 500mila euro

Processo a Padova per appropriazione indebita contro gli ex presidenti: furono salvati dalla furia dei soci dai carabinieri al Bar Centrale, duecento le denunce

PADOVA. Appropriazione indebita per un ammanco di oltre 500 mila euro euro nella cassa peota “Buoni amici”: con quest’accusa è iniziato venerdì 26 aprile ieri (e poi rinviato) il processo davanti al giudice monocratico di Padova Laura Chillemi nei confronti di Elia Simonato, storico presidente della cassa (avvocato Carlo Bermone), e dell’imprenditore Mauro Marotto (titolare della fallita Emmeti Home di Albignasego) subentrato il 16 settembre 2013 al primo in seguito alla sfiducia espressa per irregolarità e ammanchi (difensore il penalista Ernesto De Toni). . È stato il pm Emma Ferrero a chiedere il processo a carico dei due dopo una lunga indagine iniziata dai carabinieri e sviluppata dalla Guardia di Finanza per ricostruire i flussi di denaro che, invece di restare in banca, sono finiti chissà dove e non sono più stati restituiti (con gli interessi) ai soci.

L’udienza è slittata al 25 ottobre quando cominceranno a sfilare i primi testimoni della pubblica accusa. C’era stata una prima udienza il 19 ottobre 2017, poi sono cambiati quattro giudici (vari magistrati della sezione penale del tribunale si sono trasferiti in altre sedi) e finalmente nel prossimo autunno ora si entrerà nel merito.

È il 23 gennaio del 2014 che scoppia la “bomba” durante una riunione convocata al “Bar centrale”: da settimane gli oltre 300 soci della cassa peota attendono la tradizionale ripartizione degli utili di regola prevista per fine anno, eppure sempre rinviata. Marotto invita alla calma e promette di anticipare importi con un valore inferiore del 20 per cento rispetto a quanto spetta a ciascuno. Ma la gente è arrabbiata e non vuole saperne. Il peggio è evitato grazie all’intervento dei carabinieri. Simonato e Marotto rischiano quasi il linciaggio quando ammettono che i soldi non ci sono per tutti. Nell’arco di qualche giorno sono presentate 200 denunce e parte l’inchiesta. Simonato, presidente fino al 2013 poi cassiere, è accusato di aver sottratto 156 mila euro; la restante somma sarebbe “sparita” durante la presidenza di Marotto. Quest’ultimo si era difeso: «Simonato, che conosco da anni, mi ha chiesto un consiglio di fronte alla convocazione della Guardia di finanza. Ho dato un’occhiata alla contabilità della cassa peota e ho trovato una situazione fuori regola. I prestiti concessi andavano ben oltre i limiti previsti...».


 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova