Eredità alla Caritas il parroco la dilapida

Appropriazione indebita: spese folli e regali ai preti amici con i milioni che il farmacista del paese ha lasciato ai poveri
Di Cristina Genesin
MALAGOLI - FOTO PIRAN - LEGNARO - CHIESA DI LEGNARO
MALAGOLI - FOTO PIRAN - LEGNARO - CHIESA DI LEGNARO

LEGNARO. Il sogno di una bella vita ti può passare tra le dita come una piuma: o la pigli al volo oppure ti scappa via. E quel sogno non ha voluto farselo scappare un parroco di Legnaro che ora si ritrova sotto inchiesta per aver scialacquato in meno di un anno, tra capricci e desideri fino ad oggi mai soddisfatti, almeno centomila euro parte di un’eredità di cui era stato nominato custode, dal notaio vicentino Giovanni Muraro, in quanto responsabile della Caritas della sua comunità. Un’eredità del valore di 14 milioni di euro, destinata alla Caritas parrocchiale per garantire i fondamentali bisogni a chi è privo di reddito o non ha adeguate capacità di sussistenza come indicato nel testamento del vecchio farmacista del paese, il dottor Franco Focherini, titolare dell’omonima farmacia che si trova in via Romea.

Chissà cosa è passato per la testa dell’arciprete, don L.S., 57 anni originario dell’Estense e per 18 anni parroco a Torreglia prima di arrivare a Legnaro il 27 ottobre 2013, indagato per appropriazione indebita aggravata: mercoledì la notifica dell’informazione di garanzia con il decreto di sequestro preventivo del beni affidati al prete. Provvedimento – reclamato dal pubblico ministero Sergio Dini, titolare dell’inchiesta, e autorizzato dal gip Cristina Cavaggion – che ha congelato il patrimonio milionario, bloccandone la libera disponibilità da parte di chiunque per evitare che possa essere consumato o che sparisca. Compreso il parroco che non potrà più toccare il patrimonio dal quale “pescava” a piene mani con continui prelievi tramite il bancomat.

L’eredità era arrivata all’improvviso nel dicembre 2014: ben 14 milioni di euro tra una casa situata a Legnaro (l’immobile dove si trova la farmacia che, per volere del defunto, avrebbe dovuto diventare sede Caritas e chiamarsi “Casa Focherini”) nonché titoli e contanti depositati in un istituto di credito, tutti destinati alla Caritas. Tuttavia quella ricchezza non sarebbe finita in mano ai poveri come indicato nel testamento firmato dal farmacista Focherini, nato nel 1931 e morto nel dicembre del 2014 nella sua amata Asiago. Un farmacista benefattore, mai sposato e senza figli: aveva lasciato la villetta di Gallio e un podere a Poggio Rusco in provincia di Mantova, rispettivamente, a un amico e a una lontana parente; il restante patrimonio milionario lo aveva destinato in beneficenza alla Caritas. Il parroco, in meno di un anno, avrebbe speso centomila euro a scopo del tutto personale (ma la cifra potrebbe essere più alta perché gli accertamenti sono in corso): un viaggio di piacere in montagna nelle splendide Dolomiti tra Fiera e San Martino di Castrozza, un’altra vacanza in Sicilia nell’Agrigentino in compagnia di un caro amico prete (ex cappellano a Legnaro) con tanto di pranzi e cene in ristoranti di lusso, un soggiorno tra le colline di Alba alla scoperta dell’enogastronomia a base di tartufo e buoni vini, acquisti in negozi di articoli sportivi e non, tra cui una moto Bmw gs 1200 per lui e un’automobile Clio Renault regalata a un altro “collega” a lui vicino. E poi altre cene in posti eleganti. Il sacerdote avrebbe pure pagato alla madre un intervento di chirurgia estetica alle gambe: un ricovero di una giornata in “dozzinanti”, costo totale di 5.800 euro. Quel lascito aveva sorpreso non poco i parenti del farmacista che hanno firmato un esposto. I carabinieri di Legnaro hanno avviato accertamenti, anche sollecitati dalle voci che circolavano in paese su quel parroco mai troppo amato. Un parroco che, nel settembre 2014, non aveva esitato a licenziare tre insegnanti, lasciandole a casa, e a chiudere una sezione della scuola materna. La giustificazione? Scarse risorse.

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