Eredità Focherini, il parroco si dimette

Niente messa per don Lucio Sinigaglia. Indagato per appropriazione indebita, per aver speso nell'ultimo anno decine e decine di migliaia di euro dei 14 milioni lasciati in eredità alla Caritas dal farmacista Franco Focherini, il parroco di Legnaro è stato sostituito per la celebrazione della messa del venerdì mattina e ha dato disposizioni alla segretaria di non aprire la porta della canonica a nessuno, se non per casi di estrema necessità. Lui invece si è presentato dal vescovo don Claudio Cipolla che l'ha convocato per un lungo confronto al termine del quale don Lucio ha rassegnato le sue dimissioni. In una nota diffusa dalla diocesi si rende noto che "il vescovo ha accolto le dimissioni per tutelare la parrocchia e comunità di Legnaro e per lasciare che le indagini chiariscano con precisione la realtà dei fatti".
In paese, com'è facile immaginare, non si parla d'altro. Sono sorpresi, i parrocchiani. Ma non troppo, perché qualcosa di anomalo era stato notato. Da qualche mese il tenore di vita del parroco si era impennato. Viaggi di piacere, un'auto nuova, pranzi e cene in ristoranti di lusso, regali costosissimi ai suoi amici, vestiti griffati: tutte cose che in una comunità così piccola non potevano passare inosservate. Di soldi, in quella canonica, ne giravano parecchi e con meccanismi che in parte devono essere ancora decifrati. D'altra parte l'eredità del farmacista Focherini era ricchissima e garantiva, anche senza essere intaccata, una rendita enorme, pare addirittura mezzo milione all'anno. Il sindaco Giovanni Bettini parla di "fulmine a ciel sereno" però ammette che "è sorprendente che nessuno, tra i più stretti collaboratori di don Lucio, si sia mai accorto di niente". Tra i fedeli c'è sconcerto. Qualcuno non perde occasione per criticare il sacerdote. Che d'altra parte di simpatie ne aveva poche, dopo la decisione - non tutta sua, peraltro - di licenziare alcune maestre della scuola parrocchiale. Certi suoi comportamenti più recenti, poi, lo avevano reso sospetto agli occhi della sua comunità. E oggi quei sospetti trovano un riscontro concreto.
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