Eremita del monte Rua truffato da finto bancario

Il monaco aveva versato duemila euro con la promessa di averne 20 mila 
L'eremo del monte Rua
L'eremo del monte Rua

Torreglia. Riceve svariate telefonate da un sedicente direttore di filiale di un noto istituto di credito italiano che lo informa che ci sono a suo favore 20 mila euro da incassare ma che per poterlo fare deve prima versare 2.000 euro su una carta di credito Poste Pay.

Così ha fatto ma purtroppo si trattava di una truffa ben congegnata. La vittima del raggiro è un monaco dell’eremo camaldolese del monte Rua, sopra Torreglia. Il religioso ultrasettantenne, che nel piccolo convento svolge spesso anche la mansione di portinaio, ha ceduto alle insistenze del falso direttore dopo la seconda telefonata.

Dopo aver effettuato il versamento il truffatore non si è più fatto vivo e dei 20. 000 euro da incassare non si è trovata traccia. Così all’eremita, ordinato sacerdote una decina di anni fa dal vescovo di Padova monsignor Antonio Mattiazzo, non l’è rimasta altra scelta che sporgere denuncia ai carabinieri della stazione di Teolo.

Le indagini sono affidate ai militari dell’Arma che stanno incrociando i dati della carta di credito e della località da dove sono partite le telefonate per poter risalire all’identità del malvivente. Impresa che si preannuncia tutt’altro che facile. Il segno dei tempi ha colpito anche la quiete dell’eremo camaldolese edificato intorno al 1300, dove oggi sono ritirati in preghiera 7/8 monaci di diverse nazionalità.

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