Esame a Giurisprudenza: stipati come bestie mille studenti in un’aula per 250

Tensione e proteste tra i candidati per sostenere la prova di Diritto civile del professor Aldo Checchini. La prova è iniziata con un ritardo di un’ora e mezzo anche per la mancanza di docenti «controllori»

PADOVA. È vero, siamo a Giurisprudenza e non a Statistica, però anche un giurista (per quanto poco pratico con i numeri) dopo avere preso visione della lista degli iscritti avrebbe dovuto capire che mille studenti in un'aula che al massimo può contenerne 250 non ci stavano. E avrebbe potuto intuire che qualche disagio, se non altro nelle procedure di accreditamento all'esame ci sarebbe stato. Invece, a giudicare da quanto accaduto ieri mattina al Bo nei corridoi della Facoltà di Legge nessuno sembra essersi posto il problema. Così per rispondere all'appello dell'esame di Diritto civile del professor Aldo Checchini (una delle prove più temute dagli aspiranti legali) ieri mattina si sono presentati in mille. Come del resto ampiamente annunciato. E come più che prevedibile è stato il caos. Tanto che lo «scritto», messo in calendario alle 10.30, è cominciato solo a mezzogiorno per concludersi solo dopo l'una.

«E' stato il primo appello di Diritto civile della sessione invernale – raccontano alcuni degli iscritti – e oltre alle matricole c'erano anche tutti gli altri che avevano già tentato la prova altre volte”. Inclusi quelli che hanno tenuto il fatidico test come ultimo esame del corso di laurea. A loro i tre assistenti del professor Checchini, vista la malparata, hanno anche cercato di proporre una «exit- strategy» potenzialmente niente male, ma subito rifiutata. «Eravamo tanti, troppi per stare tutti in un'aula – continuano gli studenti – così gli assistenti del docente hanno comunicato a quelli che avevano lasciato «Civile» come ultima prova, di presentarsi solo all'orale saltando quindi lo scritto nella speranza di smaltire la fila e quindi l'attesa». Ma gli interessati hanno, appunto, rispedito l'offerta al mittente per evitare spiacevoli sorprese future. «Hanno pensato – raccontano i loro colleghi più giovani – che magari poi gli assistenti avrebbero anche potuto rimangiarsi la parola. E del resto, come dar loro torto se anche avessero fatto questo pensiero?». E allora, incassato il niet, la situazione è rimasta tale e quale: troppi studenti, poco spazio. Alla fine, dopo lunghe contrattazioni, sono spuntate altre tre aule per sostenere la prova. Quindi problema finalmente risolto? No, perché a quel punto, sistemata la «logistica», mancavano i controllori. Ovvero, le aule erano quattro, ma gli assistenti tre e del professore ancora nessuna traccia. Risolto l'estenuante «overbooking», gli studenti hanno cominciato a districare lo spinoso «caso pratico» di Diritto civile solo poco dopo mezzogiorno. Non certo un «riscaldamento» ideale per sostenere una prova tanto dura.

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