Esami taroccati, chimico indagato per falso

Avrebbe alterato i risultati dei test su alcolisti e tossicodipendenti per riavere la patente

È indagato per falso ideologico un chimico dipendente dell’Università e operativo nell’Istituto di medicina legale. Secondo la procura avrebbe alterato e falsificato referti medici per consentire a soggetti con problemi di tossicodipendenza e alcolismo (segnalati anche in seguito a controlli) di riottenere la patente che era stata ritirata e di mettersi di nuovo al volante. La normativa stabilisce che il consumatore di stupefacenti o l’alcolista possa riconquistare il documento di guida quando ci sia la prova inconfutabile del compimento di un percorso di disintossicazione (e previo superamento dell’esame). Giovedì scorso è stato perquisito il luogo di lavoro del chimico e la sua abitazione dalla polizia giudiziaria arrivata in base a un decreto di perquisizione valido pure come informazione di garanzia. Sotto sequestro i cellulari, materiale informatico vario (dai pc di lavoro e personale, a chiavette usb a supporti digitali) come reperti biologici. Obiettivo: cercare prove o almeno indizi rispetto a due casi finiti al centro dell’indagine. Casi menzionati in un esposto arrivato in procura e sembra inviato dall’interno della Medicina legale. Quando un guidatore è fermato per guida in stato di ebbrezza da alcol oppure da stupefacenti, oltre alle sanzioni amministrative ed eventualmente penali previste, il prefetto dispone la revisione dei requisiti psicofisici per la guida. Scatta il procedimento di revisione della patente che non è una sanzione amministrativa (come il ritiro, la sospensione o la revoca), ma un provvedimento cautelare disposto per legge. La revisione “medica” si svolge davanti alla commissione medica locale (la competenza è nel territorio di residenza): quando si prenota la visita, viene fornita una lista di analisi da effettuare. Analisi svolte di regola nell’Istituto di Tossicologia dell’area di riferimento che trasmette direttamente l’esito alla commissione competente a valutare i dati e a decidere in merito al rilascio o meno della patente. Spesso il soggetto si deve sottoporre a controlli a campione (di sangue e urine). Sotto accusa sono finiti alcuni referti relativi all’esame del capello e del sangue di un automobilista al quale era stata ritirata la patente. Resta da chiarire se il “ritocco” addebitato al chimico (ma resta tutto da valutare, ovviamente) sia stato fatto come gesto di amicizia o per danaro; e ancora su iniziativa o dietro una richiesta.

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