Esplode il contatore del gas, appartamento devastato

È successo venerdì mattina nell’abitazione degli anziani coniugi Schiavon nel quartiere Palestro. La deflagrazione ha scardinato anche le porte

PALESTRO. Un’ esplosione che è sembrata una bomba venerdì mattina, poco dopo le 9, ha terrorizzato via Amba Aradam, nel rione Palestro. Ad esplodere è stato il contatore del gas del civico 9, una casa divisa in due porzioni dove vivono i coniugi Schiavon, Ennio di 86 anni e Bruna di 81. Per fortuna i due anziani non sono stati feriti, anche se la forza del botto ha quasi buttato a terra il proprietario di casa. Entrambi disabili (lui al 100% e la signora all’80%), i coniugi sono rimasti sotto shock. La porta dello sgabuzzino, dov’era il contatore, è stata scardinata dalla forza della deflagrazione e quella del bagno, separata dalla camera da pranzo, c’ha rimesso la maniglia e parte degli stipiti.

Al momento dello scoppio si sono propagate fiamme alte quasi due metri (tanto da aver annerito il soffitto dello stanzino) che solo la prontezza del tecnico di Acegas, munito di estintore, ha evitato si diffondessero nel resto della casa. E poi tanta cenere e polvere ovunque e la paura che gli anziani non dimenticheranno presto. Ora la casa è senza gas e la coppia si chiede quando verrà ripristinato il servizio: «Fuori ci sono 5 gradi», spiega Anna, la nipote, «i miei nonni non possono stare al gelo». «Il tecnico di Acegas è arrivato puntuale», racconta Ennio, «Quando ha terminato i lavori esterni sono entrato ed è stato in quel momento che l’esplosione mi ha investito, spingendomi quasi a terra. Abbiamo visto il fuoco e ci siamo spaventati, allora sono corso fuori urlando al tecnico che la casa stava bruciando».

Immediatamente si sono precipitati i tre figli della coppia e poi anche la nipote. Adesso bisogna capire cos’è successo: la famiglia ha fatto denuncia ai carabinieri per capire se ci sono delle responsabilità che avrebbero potuto mettere in pericolo gli abitanti della casa e dell’intera strada.

«Menomale che mi hanno sistemato la luce», aggiunge Bruna, «perché dopo l’esplosione non c’era nemmeno corrente, ma non possiamo rimanere al freddo e senza gas cucina».

Elvira Scigliano

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