Esplode la rabbia dei presidi «Stiamo facendo tutto da soli»

la protesta
«Stiamo facendo tutto da soli. Il governo, nella preparazione della riapertura delle scuole prevista per il 14 settembre, sta dimostrando una valanga d’incertezze e di vuoti amministrativi. Non ci sono ancora tempi sicuri per l’arrivo di tutti i docenti e del personale Ata. In banchi e le sedie, laddove occorrono, arriveranno in ritardo. Insomma siamo stati lasciati soli e mancano solo tre settimane al suono della prima campanella». A parlare così è Federica Silvoni, dirigente dell’Ic di Albignasego e presidente provinciale dell’Anp. Ossia dell’Associazione Nazionale Presidi, guidata, a livello nazionale, da Antonello Giannelli. «Siamo arrabbiati per tutta una serie di motivi. Innanzitutto deve essere cancellata la responsabilità penale nella gestione degli istituti», osserva la Silvoni. «Ma ricordiamoci che, una volta chiariti tutti i punti critici che contestiamo al governo, dobbiamo collaborare al massimo con il Miur per assicurare agli studenti quanta più scuola possibile in presenza».
Scuola dal vivo, invece, che negli istituti superiori di Padova non può essere assicurata dappertutto. Ad esempio, all’istituto professionale Enrico Bernardi, è stato già programmato che solo i ragazzi delle prime classi potranno partire con la scuola in presenza. Quelli delle seconde, terze, quarte e quinte, invece, dovranno utilizzare la didattica a distanza a settimane alterne. Anche i corsi di recupero, dal primo settembre in poi, saranno effettuati on line. «Purtroppo gli spazi interni sono quelli che sono», dice la preside Alessandra Bozzolan. «Utilizzeremo come aule anche alcuni laboratori, dove gli studenti dovranno indossare anche la mascherina. Abbiamo già messo in piedi un patto educativo di corresponsabilità, in cui saranno coinvolti anche i genitori».
Categorico anche il commento della dirigente dell’istituto Severi. «In Italia siamo tutti arbitri di calcio», spiega Nadia Vidale, preside del Severi. «Pronti a criticare tutti e tutto, ma io ritengo che il governo abbia fatto una scelta politica doverosa e coraggiosa, anche se, in tutta Italia, la macchina amministrativa, anche in tempi di Covid 19, resta sempre la stessa di sempre».
Anche il preside del liceo classico Tito Livio, Rocco Bello, assieme al suo staff, stanno lavorando tutto il giorno per cercare di garantire agli studenti la scuola in presenza anche se le quarte ginnasiali sono state formate con 26 alunni per classe. Significativo il messaggio scritto sul sito della scuola, dove, nel 1942, si è diplomato anche l’ex Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Siamo davanti ad uno stimolo per ripartire», è scritto testualmente». «Le difficoltà possono costituire un volano per la ripartenza e l’innovazione. Obiettivo prioritario: tutti in presenza. Assicurare equilibrio tra sicurezza e benessere socio-emotivo degli studenti e del personale».
Sempre al Tito Livio sono previsti anche corsi di formazione per la sicurezza sanitaria per i ragazzi, i docenti ed il personale Ata. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova