Este, incontra il chrirugo che gli riattaccò la mano quarant'anni fa

ESTE. Per Emanuele Balbo quello di oggi è davvero un anniversario speciale. Il 2 marzo di quarant’anni fa, dopo quattordici ore di sala operatoria, gli venne riattaccata la mano tranciata quella mattina, grazie a uno specialista che compì un vero e proprio miracolo medico. L’altro ieri, a distanza di quarant’anni, Balbo ha ricordato quelle ore concitate proprio con quel medico, il dottor Landino Cugola, nella redazione de “L’Arena”. Il quotidiano di Verona ha voluto raccontare questo storico ed emozionante “compleanno”.
L’incidente. Era il 2 marzo 1978 e Balbo, che oggi è consigliere comunale di maggioranza ad Este ed è titolare di quattro imprese, stava lavorando in un’azienda artigiana di Casale di Scodosia. La trancia gli agganciò il maglione che indossava e staccò di netto la sua mano sinistra, che cadde a terra. «Tutti i collaboratori, compreso il titolare, caddero a terra svenuti vedendo il mio moncone» ha raccontato Balbo nell’incontro veronese «Io corsi in casa del titolare a prendere una federa per avvolgerlo. Mi portarono in ospedale a Montagnana. I medici sapevano che a Verona avevano già provato a reimpiantare un arto. Misero la mia mano in una busta di plastica e ci spedirono a Verona».
Il medico. Erano le 10 di mattina. Ad accoglierlo, in sala operatoria all’ospedale di Borgo Roma, c’era un giovane chirurgo, il dottor Landino Cugola, laureato da appena tredici anni, pioniere della chirurgia della mano in Italia. «Avevo già tentato un reimpianto qualche tempo prima, ma era andato male» ha ricordato Cugola durante l’incontro «Era stato un infortunio in agricoltura. La ferita iniziò ad avere infezioni e dovemmo amputare». L’intervento alla mano di Balbo durò quattordici lunghe ore. Ci vollero poi altri tredici interventi, tre anni di malattia e un anno di ricovero ospedaliero. Ma la mano dell’artigiano fu salva. Era il primo reimpianto di mano effettuato in Italia.
L’emozione. «Dopo quattordici lunghe ore d’intervento, al risveglio, con la vista ancora offuscata dall’anestesia, ho incrociato lo sguardo di quel giovane chirurgo che compì il miracolo» ricorda Balbo «Sono trascorsi quarant’anni da allora e se oggi io sono quello che sono lo devo principalmente a Landino Cugola. Grazie a lui allora ho messo le basi per creare quel che è stato, che è e che sarà della mia vita. Ho attinto da lui il meglio: la professionalità, l’abilità e la preparazione ma, soprattutto, la sua umiltà. Oggi ci unisce una grande amicizia che durerà ancora per tanto tanto tempo. Non smetterò mai di ringraziare il buon Dio che mi ha dato la possibilità d’incontrarlo». Tra le imprese gestite da Balbo ce n’è anche una in ambito sanitario: il rapporto tra i due, oggi, è anche professionale, visto che il medico lavora in questa struttura. Segno che quell’operazione miracolosa ha dato vita a qualcosa di veramente grande. Nell’arco della sua carriera Cugola, in pensione dal 2007, ha compiuto almeno 500 interventi di reimpianto.
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