Este, rapinata la gioielleria Scorzato: sequestrati i due fratelli titolari

ESTE. Il volto coperto da passamontagna. La pistola spianata. Un ordine secco: «Dateci le chiavi della cassaforte». Due ore di terrore ieri sera alla gioielleria Scorzato, in via Principe Umberto 22, nel cuore del centro storico, davanti alla chiesa di San Martino e a poche centinaia di metri dalla caserma dei carabinieri. Per due ore Stefano e Claudio Scorzato, fratelli titolari della gioielleria, sono rimasti imprigionati dentro al bagno, intrappolati dai rapinatori.
L’incubo inizia verso le 19.30. Sta per scattare l’orario di chiusura, ma alla porta d’ingresso della gioielleria suona un uomo, a volto scoperto. Stefano Scorzato, che è dietro il bancone, gli apre e lui entra, sulle prime sembra un normale cliente. Ha un accento dell’Est Europa. Chiede di vedere una collanina di perle. Il gioielliere si volta a prenderla e quando si gira si trova la pistola puntata contro. Il bandito a quel punto fa entrare anche gli altri tre complici, che hanno invece il volto travisato con dei passamontagna. La pistola resta puntata verso i due Scorzato. La minaccia è secca: i banditi vogliono le chiavi della cassaforte. I gioiellieri non fanno gesti inconsulti.
Paralizzati dal terrore, obbediscono. E consegnano ai rapinatori le chiavi: in cassaforte avevano già riposto i pezzi più preziosi presenti all’interno del negozio, anche in vista della chiusura serale. A quel punto, sempre tenendoli sotto tiro, i rapinatori li costringono a entrare nel bagno del negozio e li chiudono a chiave dentro. Poi ripuliscono la cassaforte, asportando l’intero contenuto: la stima è ancora in corso, ma il maltolto potrebbe aggirarsi addirittura sui 300.000 euro. A quel punto i malviventi escono e si dileguano con tutta calma, senza destare sospetti, lasciando intatte le vetrine e tutto il loro contenuto. Ai due gioiellieri non resta altro da fare che urlare e urlare, sperando che qualcuno li senta.
Succede dopo un paio d’ore: verso le 21.30 un vicino, la cui abitazione è contigua alla gioielleria, avverte le urla e chiama i carabinieri. Sul posto si precipitano i militari, che fanno irruzione forzando la porta della gioielleria e sfondando poi quella del bagno. I due gioiellieri sono stremati e in forte stato di choc, vengono assistiti sul posto dal Suem. Poi si sono sforzati di ricostruire l’accaduto: i carabinieri li hanno ascoltati fino a notte fonda. Non ci sono telecamere e pare nemmeno testimoni.
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