Vigna Contarena risplende, nuova vita dopo il restauro

Este, nota anche come Villa Contarini, ora sarà aperta al pubblico almeno una volta al mese. La proprietaria: «C’è tanto interesse da parte dei cittadini, dei visitatori e degli esperti»

Giada Zandonà
Gli interni della villa
Gli interni della villa

C’è una villa che non si vede, custodita tra le mura del castello, il centro storico e i Colli Euganei, invisibile ai passanti, come se volesse restare un segreto. È Villa Contarini degli Scrigni, conosciuta come Vigna Contarena, uno dei tesori più sorprendenti e meno noti di Este.

Un luogo che porta con sé un’aura di mistero e che oggi torna a raccontare la sua bellezza grazie al restauro della facciata, concluso in questi mesi, che ha riportato alla sua originaria bellezza un raro ciclo di affreschi esterni.

Non semplici decorazioni, ma veri racconti di pennellate e colore: nelle specchiature delle finestre si affacciano satiri, sopra le cornici si intrecciano architetture dipinte con figure reclinate, vasi ricolmi di frutta e fiori, fino al fregio superiore, animato da putti, foglie di acanto e ippogrifi. Una scenografia che fa della villa un unicum nel panorama veneto.

Il restauro, avviato nel 2020 in accordo con la Soprintendenza, ha interessato non solo la facciata, ma anche gli interni: «Abbiamo pulito e sistemato tutto l’esterno e fatto un grande lavoro anche negli affreschi interni delle nicchie delle porte d’entrata», racconta Cecilia Caporali, proprietaria del bene storico, che appartiene alla sua famiglia dal 1932.

«C’è tanto interesse da parte dei cittadini, dei visitatori e degli esperti: arrivano persino dalla Francia per vederla. Anche le restauratrici sono entusiaste e hanno trovato elementi decorativi unici. Lavori che continueranno, perché una villa così ha sempre bisogno di cure».

Per gli studiosi, l’intervento è stato un’occasione preziosa di conoscenza: «Il restauro della facciata di Villa Vigna Contarena è stato un intervento di grande valore, che ha permesso di restituire leggibilità a un raro esempio di decorazione pittorica parietale in ambito extraurbano», spiega il dottor Giordano Passarella, che ha seguito l’operazione e raccontato gli interventi in un convegno che si è tenuto sabato al Gabinetto di lettura di Este in occasione dell’inaugurazione del restauro.

«Non solo ha salvaguardato materiali e tecniche storiche, ma ha anche riportato alla luce dettagli decorativi perduti. È stato un progetto che ha unito rigore scientifico, rispetto dell’originale e sensibilità estetica, dimostrando come la conservazione possa essere anche un potente strumento di conoscenza», conclude Passarella.

La villa, costruita nei primi anni del Seicento da Giorgio Contarini del ramo di San Trovaso detto “degli Scrigni”, si presenta come una dimora nobile che è quasi un palazzo cittadino: «Una villa straordinaria e unica nel suo genere», sottolinea Fabrizio Malachin, direttore dei Musei civici di Treviso, «lo dimostrano anche gli affreschi in facciata, che non sono tipici né ricorrenti nelle ville venete. È stata ricostruita così da Zorzi Contarini e poi passata a Marco Contarini, lo stesso che lega il suo nome alla celebre villa di Piazzola sul Brenta

. All’interno colpisce la loggia, piccola ma sfarzosamente decorata, attribuita con certezza a Mattia Bortoloni. Non Sebastiano Ricci o Brusaferro, come ipotizzato in passato, ma proprio Bortoloni, artista polesano coetaneo di Giambattista Tiepolo, figura internazionale e bizzarra che ha lasciato la più grande cupola affrescata al mondo. Partendo da Este, da questo luogo nascosto, si avvia il percorso di uno degli affrescatori più straordinari della civiltà veneta del Settecento», conclude il direttore.

La villa riflette un’importante vocazione culturale fin dalle origini. Giorgio Contarini trasformò la residenza in un piccolo museo archeologico, raccogliendo un vasto numero di reperti romani. Questo legame con l’antico è evidenziato dall’Orto Segreto o “vigna”, uno spazio verde recintato adiacente alla villa.

Nelle fonti dell’epoca, questo termine indicava proprio i giardini abbelliti con reperti archeologici. L’Orto Segreto conserva ancora oggi sedili in pietra alternati a nicchie che un tempo ospitavano statue.

La storia successiva vede il passaggio di proprietà nel 1805 al conte Cristiano Haugwitz, ministro del re di Prussia. A lui va il merito di aver donato la collezione archeologica di Vigna Contarena al Comune di Este, un contributo fondamentale per l’allestimento del Museo Lapideo, precursore dell’attuale Museo Nazionale Atestino.

Un patrimonio che torna a nuova vita, ma che resta fedele alla sua vocazione di luogo da vivere e condividere: «Abbiamo attivato aperture al pubblico una volta al mese», spiega Caporali, «e l’obiettivo è di renderla un polo culturale. Vogliamo fare attività con le scuole di ogni ordine e grado, organizzare formazione per architetti e storici dell’arte. È una villa che non è mai passata di mano troppe volte e proprio per questo è ben conservata, ma ha bisogno di attenzioni costanti. Ora tocca a noi restituirla alla comunità, con la consapevolezza che un bene storico non appartiene mai solo a chi lo possiede, ma è patrimonio di tutti», conclude la proprietaria.

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