Evasione fiscale Alla sbarra i titolari di Ecosider
RUBANO. Imprenditori a processo per evasione fiscale. Davanti al giudice monocratico di Padova, Nicoletta De Nardus, sono finiti i titolari di Ecosider srl, specializzata nel commercio all'ingrosso di rottami e sottoprodotti metallici della lavorazione industriale con sede a Rubano in via della Provvidenza. Si tratta dei fratelli Francesco Verza, 72 anni, e Pietro Oscar Verza, 70, il primo presidente del consiglio di amministrazione e consigliere delegato della ditta, il secondo consigliere delegato. Insieme a loro, i rispettivi figli che hanno quote sociali: Alessandro, 42 anni, Massimiliano, 35 e Stefano 41, tutti di Rubano. L’inchiesta prende il via in seguito a una verifica della Guardia di finanza di Padova che ha contestato di aver indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al 2006 (presentata nell’ottobre 2007) elementi passivi fittizi. Si tratta di costi per oltre 9 milioni e 997 mila euro che - sempre secondo la pubblica accusa – non sarebbero reali ma costruiti attraverso operazioni inesistenti, ben 4.310 “autofatture” emesse in base al cosiddetto regime del reverse change per acquistare rottami metallici da privati. Di questi venditori, tuttavia, la procura sostiene che in parte sono risultati esistenti, in parte si tratterebbe solo di nomi di fantasia. In più gli imputati avrebbero prelevato i corrispettivi facendo risultare quelle somme in contabilità. L’obiettivo? Dribblare le imposte sui redditi e il valore aggiunto. La difesa è affidata ai penalisti Luigino Martellato e Loris Tosi che contestano ogni accusa. «I costi sostenuti dai miei clienti sono effettivi, è solo un problema di natura contabile. Ed è quello che stiamo dimostrando al processo» osserva l’avvocato Martellato. Si tornerà in aula il 16 aprile.
Cristina Genesin
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