All’ex Godenda di Padova apre un locale di street food asiatico
Il titolare della nuova attività di via Squarcione è un giovane laureato di seconda generazione: «È un tipo di cucina che ormai piace agli italiani e ai turisti. Abbiamo fatto 15 assunzioni»

Dopo sette anni di chiusura in via Squarcione, a pochi metri da Piazza delle Erbe a Padova, riapre l’ex Godenda, l’elegante e frequentato locale che era stato aperto dai fratelli Agostini ed Andrea Zanfrà.
A riaprire il locale, al massimo entro poche settimane, sarà Marco, assieme alla sua compagna Zoe, nato e cresciuto in Italia – esattamente a Parabiago, in Lombardia –, ma figlio di un cinese che per decenni ha gestito un locale pubblico in città. Si tratta di un giovane laureato in economia e commercio all’Università di Milano Bicocca, dove si è laureata anche la compagna pochi anni fa. L’italo-cinese di seconda generazione è titolare già da tre anni di un primo locale a Verona, a poche centinaia di metri dall’arena romana.
Il nuovo locale di via Squarcione si chiamerà «Nosh international street food Asia», e vuole appunto riprendere la tradizione del cibo di strada orientale. Sarà aperto nelle prime settimane tutti i giorni dalle 12 alle 15 e dalle 19 alle 23.
Avrà quindici collaboratori, che parlano anche inglese e altre lingue straniere. Effettuerà anche servizio per asporto. «La cucina asiatica, nota da decenni in tutto il mondo, piace agli italiani sempre di più – spiega il titolare – Da noi padovani e turisti potranno gustare la cucina giapponese, cinese, coreana e thailandese. Come bevande potranno bere anche tanti tipi di Bubble Tea. Tra le specialità più richieste già da tempo nel nostro locale di Verona il piatto giapponese Takoyaki, tutte le varianti che arrivano dalla Corea del Sud e dalla Thailandia e naturalmente tutte le pietanze più popolari della Cina. Avremo anche i Ramen ed i bubble waffle. Al momento abbiamo già assunto 15 giovani, ma non è escluso che in futuro ne assumeremo altri. Puntiamo molto sugli studenti universitari e sui turisti, specialmente su quelli che vengono a visitare il Veneto dall’estremo Oriente». —
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