Ex parroco a Padova e Cittadella, docente e amico del vescovo

LA VITTIMA Don Renato Renaldin Aveva 78 anni e risiedeva a Santa Maria di Non
CURTAROLO.
Sono corsi tutti sul luogo della tragedia. Le sorelle Lina, Maria, Franca; i parenti, gli amici; il vicesindaco Fernando Zaramella. Franca arriva trafelata, vuole vedere il fratello, le onoranze funebri hanno appena sistemato la salma nel furgone, lei si appoggia alle portiere sul retro e piange. C'è anche il cugino Ugo Renaldin, presidente della Pro Curtarolo: è scosso, smarrito; il vicesindaco lo stringe in un caloroso abbraccio. «Conoscevo don Renato - spiega Zaramella - nonostante l'età si dava molto da fare per la comunità, non solo per la nostra, ma anche per quelle vicine. Il suo è stato l'esempio di una vita per il prossimo, donata agli altri, sempre». Anche ieri mattina aveva ascoltato diversi compaesani, visitato i malati. «Da oltre 10 anni era in pensione - racconta la sorella Franca - viveva solo a Curtarolo; era stato cappellano a Laghi di Cittadella, poi aveva prestato servizio a Megliadino San Fidenzio, a Bassano, sempre tra Padova e Vicenza; l'ultima era stata la parrocchia di San Lazzaro a Padova». Una persona di forte carisma, dalla cultura solida: «Con lui si poteva parlare di tutto. Nei primi anni del suo sacerdozio era stato anche in Vaticano, a casa conserviamo una sua fotografia che lo ritrae con Paolo VI. Aveva conseguito tre lauree: sociologia, filosofia e teologia; era stato anche professore universitario a Ferrara. Era molto amico del vescovo di Padova Antonio Mattiazzo». Un cognato: «Era buono con tutti, molto socievole, sapeva dare il giusto peso alle cose. Nonostante la sua cultura fosse superiore alla nostra, manteneva una grande umiltà. Gli acciacchi dell'età c'erano, ma stava bene». Sempre attivo: «Don Renato era un uomo pieno di risorse, riusciva a celebrare fino a cinque messe in una domenica, in posti diversi: andava da Campo San Martino a Camposampiero, da Cittadella a Borgoricco, fino anche a Santa Maria di Sala, anche se il suo impegno maggiore era rivolto alla parrocchia di Pieve di Curtarolo e di Santa Maria di Non». I preti di queste due comunità, poco prima delle 13, appena informati della disgrazia, sono corsi con il parroco di Madonna di Tessara. Hanno benedetto la salma e pregato vicino al furgone delle onoranze funebri. (s.b.)
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