Ex pugile “evade” va a casa dell’amante e la riempie di botte

GIARDINO. Lei ha 43 anni e abita a Città Giardino, lui ne ha 35, è un ex pugile e soprattutto è un pregiudicato sottoposto a regime di sorveglianza speciale. Nella notte tra sabato e domenica lei ha telefonato al 113 piangendo perché lui l’aveva appena riempita di botte. Ha tentato di farla franca fino all’ultimo, è perfino riuscito a buttare giù la telefonata mentre la donna parlava al 113. Dario Hollomon, italoamericano residente a Marghera, il violento che nel 2012 massacrò di botte marito e moglie a Mestre, lo stesso che lo scorso anno finì invischiato in un’indagine sulla nuova Mala del Brenta, è stato arrestato dai poliziotti della Squadra volante.
La telefonata disperata della donna era giunta verso le 4 del mattino ma nonostante la comunicazione sia stata interrotta le volanti sono comunque accorse nella sua abitazione per capire cosa stava succedendo. I poliziotti, coordinati dal commissario capo Valeria Pace, hanno perlustrato la zona fino a che in corso Vittorio Emanuele hanno notato la sagoma di un uomo dietro una colonna dei portici. Sono scesi di corsa e hanno scoperto che si trattava di Dario Hollomon.
Oltre ad aver riempito di botte la donna (è stata dimessa dal pronto soccorso con una prognosi di 15 giorni) le aveva anche strappato la collana d’oro che portava al collo. I motivi del litigio non sono ben chiari. Quel che è certo, è che il trentacinquenne non ci ha pensato un attimo prima di passare alle mani. Ora però i guai che si profilano all’orizzonte sono seri. È stato infatti arrestato per la violazione del regime di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno a Marghera: obbligo che aveva infranto venendo a trovare l’amante padovana. Inoltre è stato denunciato per il furto del gioiello. Resta aperto invece il fronte dei maltrattamenti nei confronti della donna. Per capire bene qual è la situazione la polizia dovrà svolgere ulteriori accertamenti.
Ieri al processo il giudice ha ripristinato la sorveglianza speciale con obbligo di firma a Marghera.
Hollomon è un violento, la sua fedina penale parla da sola. Nel 2013 era stato sorpreso a danneggiare le auto parcheggiate lungo via Dante a Mestre e, a causa del fatto di essere stato invitato a desistere da quel comportamento, aveva riversato la sua aggressività su marito e moglie che lo avevano ripreso: 70 giorni di prognosi per lui e 30 per lei.
L’anno successivo, nel 2014, è finito in manette nel corso del blitz con cui la polizia di Venezia ha smantellato un’organizzazione al cui vertice c’erano pluripregiudicati veneti, alcuni già contigui alla “Mala del Brenta”. Gli arrestati, tra cui anche Hollomon, furono ritenuti responsabili di decine di assalti con kalashnikov a banche, centri commerciali, laboratori orafi del nordest d’Italia e della Toscana.
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