Ex Valbruna senza futuro la crisi blocca il progetto

PIOVE DI SACCO. Ex Valbruna, il quartiere fantasma che nessuno vuole costruire più. A distanza ormai di dieci anni dal suo concepimento, il progetto per la realizzazione di edifici residenziali e commerciali nell’area compresa fra le vie Tevo, Borgo Rossi e San Rocco, che un tempo ospitava le Acciaierie, sembra a un punto morto. Fallimenti, passaggi societari e crisi del mattone hanno mandato all’aria la riqualificazione dell’intero comparto che insieme a una colata di cemento da 65 mila metri cubi avrebbe portato anche un grande parco pubblico a ridosso del centro storico.
Il progetto è nato con la giunta di Carlo Valerio fra il 2003 e il 2004. L’area della Valbruna fu sottoposta a un massiccio intervento di bonifica dall’amianto e dai metalli pesanti, residui delle lavorazioni che per tanti anni vi si sono svolte. Il progetto, interamente in mano ai privati, prevedeva un incremento dei volumi pre-esistenti – quelli dei vecchi capannoni abbattuti – da 50 a 65 mila metri cubi, destinati in gran parte a immobili di tipo residenziale, inclusi alloggi di edilizia residenziale pubblica, e commerciali. Ma era anche previsto un parcheggio da 4 mila metri quadrati e un parco pubblico da 15 mila metri, ricavato nella fascia verde che parte da villa Priuli in via Borgo Rossi fino a via San Rocco.
Durante la giunta di Mario Crosta era stato avviato un primo cantiere che, dopo la realizzazione di alcune opere di urbanizzazione, si è presto interrotto. Negli anni successivi, in carica ormai la giunta di Sandro Marcolin, le società titolari dell’area avevano tentato una revisione del progetto, per modificare la distribuzione degli edifici. Poi più nulla. «La vicenda è abbastanza complessa» conferma il sindaco Davide Gianella, «ci sono state delle vicissitudini che hanno coinvolto le società private che dovevano costruire e dopo i primi interventi tutto si è bloccato. In questi due anni abbiamo avuto qualche contatto con i proprietari ma non pare che ci sia la volontà di ripartire». Eppure si tratta di un’area a ridosso del centro storico che in altre epoche avrebbe fatto gola a tanti: «Credo che la situazione che si è venuta a creare sia emblematica della crisi del comparto edilizio che si è vista negli ultimi anni» sottolinea il sindaco, «Come Comune abbiamo una fidejussione di circa un milione di euro che potremmo escutere per realizzare le opere di urbanizzazione, ma per ora non ci sembra opportuno intervenire. Si andrebbero a delineare una viabilità e dei servizi che un domani rischierebbero di non risultare più adeguati».
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