Fa ancora troppo caldo Cieli infestati da storni

Disegnano acrobazie che riempiono i nostri cieli, in stormi che sembrano seguire delle traiettorie precise e già segnate. Sono migliaia ed è impossibile non notarli: anche quando si fermano su...

Disegnano acrobazie che riempiono i nostri cieli, in stormi che sembrano seguire delle traiettorie precise e già segnate. Sono migliaia ed è impossibile non notarli: anche quando si fermano su qualche albero fanno un tale chiasso da attirare l’attenzione di chiunque sia nei paraggi.

Sono storni, piccoli uccelli che vivono in Italia dai primi dell’Ottocento e che in questi giorni si stanno preparando a migrare verso Sud, per sfuggire alle rigide temperature dell’inverno. «Si chiama Sturnus Vulgaris ed è un uccello che ha la sua origine in Asia. Da noi ne esistono di due tipi: quelli stanziali, che rimangono sempre nelle nostre zone, e quelli che invece migrano, e sono proprio quelli che vediamo numerosi in questo giorni», spiega Ferdinando Zanin, il veterinario di riferimento della Lipu (Lega italiana protezione uccelli) di Padova.

La cosa che più colpisce è il loro numero: come mai così tanti? «È una specie protetta che si riproduce fino a tre volte l’anno. Negli ultimi decenni si sono moltiplicati in modo vertiginoso e quello che vediamo nei cieli in questi giorni è il risultato: stormi di migliaia di esemplari», continua Zanin. La specie è protetta pur appartenendo alla lista di quelle più nocive. «Di giorno questi uccelli volano nelle campagne e si cibano di frutta, creando spesso danni importanti ai raccolti dei contadini, che si possono difendere solo spaventandoli con i botti provocati da cannoni a gas», precisa Zanin. Mele, olive, ciliegie, cachi: questi piccoli uccelli si posano sugli alberi da frutto e divorano tutto, per la disperazione dei coltivatori. Gli unici antagonisti naturali che incontrano sono i falchi pellegrini, che tentano di disorientare proprio con le evoluzioni di gruppo che possiamo vedere in questi giorni. «Di notte invece fanno ritorno nei centri abitati, dove si sistemano su gruppi di alberi, i loro dormitori». L’insolita temperatura di questo ottobre ha probabilmente reso questi volatili un po’ meno frettolosi nell’iniziare la loro migrazione, tanto da farli indugiare più a lungo nei nostri cieli. «In questo mese sono state registrate temperature di sei, sette gradi sopra la media stagionale», conferma Antonio Sanò, direttore del portale www.ilmeteo.it «ma ai primi di novembre le temperature si abbasseranno». E dovremo salutare gli storni e le loro spettacolari danze aeree.

Annalisa Celeghin

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