Fa la doccia in casa d’altri: il giudice lo fa arrestare

PORTELLO. Due settimane fa era entrato nell’abitazione di una studentessa al Portello. Per rubare? No, per farsi la doccia. Lei si è svegliata e ha chiamato la polizia: quando gli agenti sono arrivati hanno trovato Khaled Nasri, tunisino di 38 anni, ancora sotto la doccia. Se la stava facendo con calma, senza nessuna fretta, mentre la padrona di casa - che non l’aveva mai visto prima - si era chiusa nella sua stanza dalla paura. Ovviamente aveva forzato la porta d’ingresso.
La polizia l’ha arrestato per un aggravamento della pena: dal gennaio scorso aveva il divieto di dimora in Veneto, ma il 31 gennaio, il 16 e il 19 febbraio era sicuramente a Padova, da qui la decisione di farlo finire dietro le sbarre. La doccia al Portello risale proprio al 16 febbraio scorso. Gli agenti avevano accertato che era in preda agli effetti della droga. E lo denunciarono per violazione di domicilio e danneggiamento. Pochi giorni prima Nasri aveva provato ad entrare in una abitazione di via Col Beretta e mamma e figlia avevano dovuto barricarsi all’interno e chiamare la polizia. Se ne stava tutto nudo nell’androne del palazzo con un vaso in mano. Quando ha visto la polizia il tunisino ha scagliato un vaso contro un agente.
Come una furia ha provato a picchiare l'altro. Per fermarlo è servita una seconda volante in supporto. Dopo una colluttazione l’uomo è stato fermato. Anche in questa occasione è stato arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ma le scorribande del tunisino non finiscono qui. Nel 2015 è riuscito a rompere il lunotto posteriore di una volante e nel 2010 morse i poliziotti e venne arrestato.
Ma risale al 2012 la decisione alla quale lo straniero si era opposto in tutti i modi, ossia il suo rimpatrio obbligato. Che era avvenuto, anche se lui nel suo paese c’è rimasto ben poco. In quegli anni era considerato l’ultimo ras di via Anelli. E, dopo aver vissuto a in città per quasi 14 anni, si sentiva un po' padovano, tanto che fino all'ultimo ha tentato di opporsi al rimpatrio.
Ma non ce l'ha fatta. Era stato identificato per la prima volta in città nel 1998. Era noto alle forse dell’ordine per essere stato uno degli «animatori» del complesso Serenissima di via Anelli fino alla chiusura. Ma Padova gli piace troppo e lui ritorna sempre. Ora è finito in carcere. Ma sempre nella sua Padova.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova