Fabbricavano gioielli falsi per un traffico internazionale

SELVAZZANO. Avrebbero gestito un traffico internazionale di falsi. Gioielli marchiati Bulgari, Gucci, Louis Vuitton, Mont Blanc, Tiffany e Tous, 1.860 pezzi, oltre 16 chili d’oro, per un valore...

SELVAZZANO. Avrebbero gestito un traffico internazionale di falsi. Gioielli marchiati Bulgari, Gucci, Louis Vuitton, Mont Blanc, Tiffany e Tous, 1.860 pezzi, oltre 16 chili d’oro, per un valore commerciale al dettaglio che supera il milione di euro fra anelli, bracciali, collane e orecchini, in realtà vere e proprie patacche che di “originale” non avevano nulla, se non il “marchio” di lusso. Il pubblico ministero padovano Benedetto Roberti ha chiuso formalmente l’inchiesta affidata alla Guardia di Finanza e si prepara a chiedere il processo nei confronti di Ferruccio Masiero, 54 anni di Padova, e Carlo Zanini, 53, tecnico orafo di Padova, entrambi soci della ditta M.Z. Gioielli srl con sede a Caselle di Selvazzano in via Foscolo; Victor Bekhor, 50 di Milano, titolare di Pentagold srl; Franco Faccio, 65 di Bassano del Grappa, rappresentante di Orofranco srl con sede a Mussolente; Benjamin Ari Fadlun, 47 di Roma, rappresentante della Magnetor srl di Milano; Krikor Istanboulli, 62 di Milano, rappresentante di Art.Or; Saad Laoui, 50 di Milano, rappresentante di Levor; Paolo Liset, 53 di Roma, titolare di una ditta individuale; Mariangela Livraghi, 45 di Capriano del Colle, rappresentante di Picozzi srl poi Gold Export; Aldo Marchesi, 87, di Milano rappresentante di R.A.Export; Salim Mouhabad, 55 di Milano di Milor spa; Giuseppe Isacco Picozzi, 57 di Cardano al Campo, rappresentante di Picozzi srl; Dikran Salibian, 58, di Milano della D’Este Gold srl; Josef Scharf, 86 di Milano di Sirom sas; Franco Vaschieri, 74 di Formigine, di Vaschieri srl e Armando Zoccarato, 72 di Bassano del Grappa, pure di Sirom sas. Tra i reati contestati: contraffazione e vendita di prodotti con segni mendaci, introduzione e commercio di prodotti con segni falsi. I due artigiani di Selvazzano avrebbero realizzato le contraffazione con stampi di gomma e cera, impiegando strumentazioni ad alta tecnologia. I prodotti erano poi rivenduti in diversi Stati esteri. Naturalmente come originali, senza pagare le royalties. Nell’arco di cinque anni avrebbero commercializzato gioielli falsi per 40 milioni di euro. Tutto è cominciato da una verifica fiscale nel laboratorio di Caselle.

Cristina Genesin

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