Fallimento con frode al centro commerciale di Megliadino: via ai sequestri, ecco gli imprenditori coinvolti

Secondo l'accusa, attraverso ripetute operazioni di "business combination", attuate principalmente mediante l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, gli imprenditori sono riusciti a depauperare, sistematicamente, i rilevanti patrimoni aziendali riconducibili al Centro commerciale Megliadino

ESTE. I finanzieri della Compagnia di Este, a chiusura delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Rovigo, hanno dato esecuzione a una serie di perquisizioni nelle province di Roma e di Brescia relative all’indagine che ha riguardato il Centro Commerciale Megliadino di Borgo Veneto, la cui gestione è stata caratterizzata, nell’arco di due anni, dall’emissione di fatture false per oltre 8.100.000 euro, con un’evasione di imposte e di sanzioni per circa 6.900.000 euro.

Va peraltro detto che all’ultimo bilancio presentato, il Megliadino aveva un “rosso” di ben 36 milioni di euro: uno dei buchi imprenditoriali più importanti di tutta la Bassa padovana. All’opera, ora, ci sono dei curatori fallimentari incaricati dal Tribunale di Rovigo.

Le indagini prendono le mosse da quelle condotte dalla Procura della Repubblica capitolina nel mese di giugno 2019, quando i finanzieri del Comando Provinciale di Padova e di Roma avevano dato esecuzione a tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti degli amministratori, di diritto e di fatto, delle società di capitali coinvolte, eseguendo, nei confronti di quest’ultime, un sequestro conservativo di 6.844.693,73 euro per reati di bancarotta fraudolenta e di riciclaggio. 
 
I tre, ancora sottoposti a vari regimi di misure cautelari, sono Antonio Miano, 52 anni di Roma; Alessandro Muzzarelli, 56 anni, modenese residente in provincia di Brescia; Danilo Gasparotto, 62 anni, pure li domiciliato nel Bresciano.
 
Gli ulteriori accertamenti, afferenti questa volta i reati tributari di competenza dell’autorità giudiziaria rodigina, hanno permesso di rilevare come i medesimi soggetti, attraverso ripetute operazioni di "business combination", attuate principalmente mediante l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti, siano riusciti a depauperare, sistematicamente, i rilevanti patrimoni aziendali riconducibili al Centro commerciale Megliadino.
 
La Guardia di Finanza di Este, quindi, ha dato esecuzione, su disposizione del Gip del Tribunale di Rovigo, ad un decreto di sequestro preventivo, emesso fino a concorrenza di 1.008.372,20 euro, che ha permesso di requisire le quote sociali e i beni aziendali di ulteriori due società stabilite nella Capitale, 5 autovetture di lusso, tra cui una Ferrari ed una Porsche, 15 conti correnti bancari, nonché 3 immobili di valore siti nel bresciano, consentendo il recupero dei beni nella diretta disponibilità dei responsabili della frode fiscale, soggetti residenti nella cintura di Roma e nella provincia di Brescia che, all’epoca dei fatti, gestivano, tra l’altro, il centro commerciale padovano. 
 
L’azione della Guardia di Finanza, tanto più in questo periodo di particolare emergenza sociale, è tesa a contrastare gli effetti negativi prodotti dall’evasione fiscale, sia in termini di ostacolo alla normale concorrenza fra imprese e che al drenaggio di risorse che sarebbero dovute arrivare allo Stato, compromettendo – per entrambi gli aspetti – le condizioni necessarie per sostenere il rilancio e lo sviluppo dell’economia, già colpita da un forte momento di crisi.

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