«Falsità», Galleria Vecchiato querela l’artista Rabarama

Cinzia Vecchiato, titolare delle Gallerie d’arte querela l’artista Rabarama. La guerra di carte bollate tra l’artista, al secolo Paola Epifani e Vecchiato Art Galleries srl di Padova si arricchisce...

Cinzia Vecchiato, titolare delle Gallerie d’arte querela l’artista Rabarama. La guerra di carte bollate tra l’artista, al secolo Paola Epifani e Vecchiato Art Galleries srl di Padova si arricchisce di una nuova puntata. Tutto era iniziato quando l’artista assicurò di vantare un credito ingente (per sue opere vendute per le quali avrebbe incassato poco o nulla) nei confronti della Galleria, presentando istanza di fallimento, denunciando per truffa i titolari. «L’istanza di fallimento è stata rigettata, il tribunale ha revocato il sequestro inizialmente disposto» afferma Cinzia Vecchiato «e infatti la galleria è nella piena disponibilità delle opere, regolarmente in vendita nella sede di via Alberto Da Padova. Nulla è sotto sequestro, Rabarama non ha preso alcunchè. Io e mio marito siamo indagati solo per la querela sporta da Rabaramo e non da indagini svolte dalla Finanza». «Rabarama sostiene di essere stata truffata per anni, strano che per 20 anni non si è mai lamentata di nulla. Chi può credere ad una persona che si contraddice quando afferma di non essere stata adeguatamente remunerata e, allo stesso tempo, si “lamenta” di aver dovuto vendere la sua Bentley su cui poteva permettersi di viaggiare, anche per recarsi nella sua dimora in Costa Azzurra, anche grazie ai consistenti guadagni che la collaborazione con la Galleria Vecchiato le ha sempre garantito? Rabarama era una sfida per mio fratello Dante, suo compagno di vita, il quale si era ripromesso di farla diventare ciò che è oggi. È conosciuta nel mondo proprio grazie a quegli sforzi e ripaga Dante (che purtroppo è mancato) e noi che abbiamo portato avanti il suo lavoro nel modo che vedete».

«In merito all’accusa di aver falsificato gli attestati di archiviazione, Cinzia Vecchiato risponde che «è una totale assurdità. La Galleria, secondo il contratto, è la depositaria unica dell’archivio di Rabarama e mi chiedo che senso avrebbe mai per noi falsificare opere se con l’artista abbiamo un contratto di esclusiva che ci ha permesso e ci permette di decidere quali e quante opere immettere nel mercato. Forse è il caso di ribadire che, in passato, siamo stati proprio noi a segnalare alla Finanza per la tutela del patrimonio artistico, con cui collaboriamo da sempre, le opere che reputavamo false e che sono state in questo modo individuate. La Epifani per me era come una sorella nel Natale 2013, come sempre era presente alla cena di famiglia. Di punto in bianco si è presentata negli uffici con avvocati e commercialisti, comunicandoci che da quel momento non avremmo più dovuto parlare con lei, ma con i suoi legali».

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