Farmacista modifica le ricette

ABANO TERME. Modificava le ricette dei medici di base per truffare il Sistema sanitario nazionale. E’ l’accusa della procura nel processo che si è svolto ieri ai danni del dottor Roberto Sannito, titolare della farmacia «Santa Maria» a Giarre, in via Roveri 48. Per l’accusa, l’indagine è stata condotta dal Nas, il farmacista avrebbe incassato indebitamente tra 20 e 30 mila euro “lordi” in diversi anni. Soldi che però, al netto di sconti sui farmaci e tasse, scenderebbero a circa 1.000 euro. Decisamente pochi spicci per giustificare una manomissione volontaria, per un farmacista titolare di diverse farmacie che fatturano cifre molto ingenti. Ieri è stato sentito il medico di base Paolo Gruppo, interrogato dal pm Emma Ferrero e dall’avvocato difensore dell’imputato, Giovanni Maria Chiello. Il medico ha disconosciuto delle modifiche a sue ricette. In alcuni casi erano stati aumentati i dosaggi o le scatole del farmaco e quindi ci sarebbe stato un beneficio nei rimborsi. In altre ricette erano state fatte modifiche che non comportavano benefici per il farmacista, anzi degli aggravi. Sono stati sentiti anche i medici di base Pezzato e Ceron, che ovviamente hanno pazienti che risiedono nel bacino termale. L’udienza è stata rinviata al 30 gennaio prossimo, quando verranno ascoltati altri 8 medici di base. Le ricette sequestrate dagli investigatori sono centinaia e riguardano farmaci comperati negli anni 2006, ’07, ’08. La difesa dell’avvocato Chiello mira a dimostrare che nessuna ricetta è stata modificata dall’imputato e che, dove ci sono state delle manomissioni sono state fatte da altri soggetti per svariate cause. L’inchiesta era stata coordinata dal pm Paola De Franceschi: Sannito avrebbe messo a punto delle modifiche sostanziali alle ricette. Qualche esempio? Da quanto accertato aumentava il numero delle confezioni di medicinali indicati (tutti a carico del Servizio sanitario nazionale), facendo salva la ricetta con l'apposizione di una nuova sigla del medico, dubbia o falsa. In qualche caso il farmacista avrebbe anche cambiato il principio attivo del farmaco. Per il difensore spesso venivano consegnati farmaci generici, che hanno lo stesso principio attivo ma costano decisamente meno, un gesto che porta un vantaggio per il cliente. Più di qualche paziente è tornato dal proprio medico curante dopo aver ricevuto dal farmacista medicine diverse rispetto a quelle prescritte.
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