Fazio e Saviano fanno centro con il Veneto

TORINO. Le infiltrazioni camorristiche, La Lega ed i suoi affari con la mafia, poi i suicidi per la crisi. Il giornalista e scrittore Roberto Saviano ha scelto di puntare l’obiettivo su Padova e sul Veneto per debuttare sul palcoscenico di “Quello che (non) ho”, la trasmissione di Fabio Fazio andata in onda ieri sera sull’emittente televisiva La7. Saviano ha ripercorso a rapidi tratti, leggendo intercettazioni, verbali e documenti, le fasi salienti dell’operazione “Aspide”: un’associazione di stampo mafioso, smantellata dai carabinieri e dalla Dia nel 2011, che faceva capo ad una società con sede a Selvazzano Dentro (in provincia di Padova) guidata dal campano Mario Crisci, che avrebbe prestato denaro ad usura, con tassi fino al 180%. Saviano ha raccontato delle intimidazioni, delle botte, delle minacce, fotogrando un Veneto legato a doppio filo con i Casalesi. Poi ha acceso i riflettori sullo scandalo che ha investito la Lega Nord: «Dicemmo che la 'ndrangheta cercava di interloquire con tutti i partiti, anche con la Lega. Ci dissero che era inammissibile pensare una cosa del genere. Che bello se invece di arrabbiarsi, avessero avuto voglia di interloquire con la Procura antimafia. O magari nessuno nella Lega sapeva che il suo tesoriere interloquisse con la ndrangheta, chissà». Dopo un’analisi del fenomeno mafia in Veneto, uno sguardo sugli effetti che la crisi economica sta provocando anche nell’ormai ex ricco Nordest. E Saviano, come emblema della disperazione, ha scelto di far recitare una toccante lettera della figlia di un imprenditore suicida.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova