«Federico tradito da un’onda mentre si trovava dentro una grotta»

Federico Merlo tradito da un’onda mentre si trovava dentro una grotta. Spunta questa ipotesi nel mistero che ruota intorno alla scomparsa del ventunenne studente padovano in vacanza a Pantelleria. È un esperto di mare, interpellato da Il Giornale di Pantelleria ad avanzare l’ipotesi dopo tre giorni di ricerche senza esito.
la grotta
Si chiama Grotta del Russo e si trova a Punta Nikà, la parte di costa in cui gli inquirenti hanno trovato la canoa abbandonata e il giubbotto di salvataggio. L’ipotesi avanzata da chi quel tratto di mare lo conosce bene pone le sue fondamenta principalmente sulle condizioni meteo di domenica. La tempesta è arrivata la sera ma già nel pomeriggio il vento ha iniziato a soffiare forte e il mare si è mosso. «È possibile che Federico abbia ad un certo punto voluto fare una nuotata nell’acqua calda di Nikà, spingendosi fino alla Grotta del Russo. La risacca di maestrale spingeva inesorabilmente, poi a un certo punto si è sovrapposto il libeccio», continua l’abitante dell’isola interpellato dal giornale online. «Probabilmente si è spinto fino alla Grotta del Russo, spelonca poche volte esplorata completamente. Forse lì un’onda non ha avuto pietà». Questo spiegherebbe il motivo per cui sono stati trovati canoa e giubbotto.
gli orari
Gli unici punti fermi, al momento, sono gli orari che hanno scandito la giornata in cui poi è scomparso. Alle 9.56 di domenica l’ultimo post su Facebook. Alle 15 si presenta nel negozio “La Vela” a Scauri per prendere a noleggio un kayak con relativo giubbotto di salvataggio. Lì lascia in deposito lo zaino e il telefonino. Alle 19.40 un turista nota la canoa rovesciata e, poco distante, il giubbotto. Il titolare del negozio ha raccontato di aver visto il giovane uscire in canoa indossando il giubbotto, quindi è stato certamente lui a toglierselo. Altro punto interrogativo: che fine hanno fatto i remi? Non sono mai stati trovati ed è un altro particolare che potrebbe far pensare all’onda improvvisa.
le ricerche
Anche ieri quel tratto di costa è stato scandagliato da vigili del fuoco e Capitaneria di Porto. I sommozzatori hanno continuato a perlustrare la distanza tra Scauri e Nikà, per un totale di un miglio circa, immergendosi fino a 50 metri di profondità. Proprio nelle grotte, per un attimo, pensavano di aver individuato qualcosa ma era un effetto illusorio della luce. Anche perché, se davvero Federico fosse stato ucciso da un’onda che ha invaso la grotta, la tempesta che si è abbattuta nelle ore serali avrà certamente trascinato lontano il corpo. Nelle ricerche è stato coinvolto anche l’aereo di Frontex, che ha coperto un’area di circa 160 chilometri quadrati.
oggi l’elicottero
«È stata allargata l’area di ricerca» spiega il tenente di vascello Donato Sirignano, della Capitaneria di Porto. «L’abbiamo fatto per provare a immaginare eventuali effetti della corrente ma ancora niente. Da domani (oggi) sarà impiegato anche un elicottero della Guardia Costiera di Catania». —
Enrico Ferro
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