Feltri e Travaglio a braccetto contro Napolitano

Dibattito a “Una Montagna di Libri”: i due antagonisti si trovano d’accordo su presidente e governo
Di Marina Menardi

CORTINA. Su molti temi Marco Travaglio e Vittorio Feltri stanno ai lati opposti del dibattito. Ma sabato sera al Miramonti di Cortina, a “Una Montagna di libri”, i due giornalisti si sono trovati inaspettatamente d’accordo su molti argomenti.

Ad accendere i fuochi è il moderatore Francesco Chiamulera: basta una domanda, per la verità. Erano, i due ospiti, tra i nove milioni di italiani che hanno ascoltato il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Napolitano? «Di quel che dice Napolitano non me ne frega niente» va giù dritto Vittorio Feltri. «Ogni anno dice le stesse cose, riempie il discorso di luoghi comuni, di banalità. Ci dice da anni che il futuro è dei giovani, ma non credo che lui sia la persona giusta come esempio per il futuro. Quando venne eletto presidente della Repubblica la prima volta pensavo fosse morto perché non ne sentivo parlare più da tempo: era curvo, provato dalla vita, vecchio. Ora è rinato: è perfino riuscito a farsi rieleggere. Mi preoccupo perché se continua a stare al Quirinale, significa che le cose gli piacciono: gli piace Letta, che a me fa un po’ impressione».

Grande simpatia per Napolitano non ce l’ha nemmeno Travaglio, che definisce il presidente «il vero padrone dell’Italia, più del re. Aveva detto che mai e poi mai sarebbe rimasto al Quirinale, e poi gli sono bastati venti minuti per cambiare idea. Non riesce a immaginare un futuro senza se stesso, mododi pensare tipico delle persone anziane, dice che finché le cose non vanno bene, lui deve rimanere per il bene dell’Italia, ma questo lo decide alla fine lui».

Si passa al totoministro: Chiamulera invita a votare quello considerato peggiore in questo governo. Feltri sceglie Beatrice Lorenzin, ministro della Salute «non si sa perché». «Questo governo durerà tantissimo, come tutti i governi che non fanno niente. Siamo imbarazzati di fronte a un governo senza iniziativa, se non quella di consolidare la precarietà. Siamo costretti a vivere in un limbo che non promette niente di buono». Per Travaglio, sul podio dei ministri peggiori salgono in tre ex aequo: Saccomanni, ministro dell’Economia che aveva destato tante aspettative: «Sono mesi che tenta di abolire l’Imu, senza riuscirci. In Europa è riuscito a portare conti taroccati». Il secondo nome è quello di Alfano: «Mi ricorda Frattini, quello che non sapeva di essere ministro, e mentre scoppiavano le guerre, si trovava su un atollo nel Pacifico. Alfano si comporta nello stesso modo, guarda il sequestro Shakalova: ha detto in Parlamento che non sapeva niente». Insieme a loro, la Cancellieri, che Travaglio definisce «una calamità naturale. Ora si sta agitando perché sa che se ci sarà un rimpasto di governo, salta. Tralasciando la vicenda della figlia di Ligresti, ha introdotto un nuovo reato inutile, quello dell’omicidio stradale».

E Berlusconi? Secondo Feltri «è già stato condannato, e ora avrà altre grane con altri processi. Se non andrà in galera sarà un miracolo. Dal punto di vista politico, non può più ritornare. Gli auguro lunga vita, rock’ and’ roll e olgettine». Che Berlusconi non vada in galera, Travaglio è invece convinto: «Penso che vada lasciato al suo destino, ai servizi sociali o ai domiciliari. non credo che lasci la politica, anche soltanto per tigna. Non credo tornerà a Palazzo Chigi, a meno che non ci sia un colpo di mano da parte della sinistra per spianargli nuovamente la strada».

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