Festa di fine Ramadan già liberato il capannone

MONSELICE. «Aid al fitr». Il Ramadan è finito. Si è chiusa con una lunga festa il mese di preghiera della comunità islamica del Monselicense. E, come avevano promesso, ieri mattina il capannone di via Negrelli è stato liberato completamente. Chi aveva paura che al suo interno nascesse una moschea, o che comunque il capannone divenisse stabilmente un punto di ritrovo per gli islamici, può dunque tirare un sospiro di sollievo.
IL RAMADAN. Il mese sacro dei musulmani è stato festeggiato dagli islamici della Bassa Padovana a Monselice, in un capannone preso in affitto in via Negrelli 21. Ad affittare la struttura è stata Seddik, associazione culturale islamica con sede in via Costa Calcinara, bisognosa di un ampio spazio per radunare le decine e decine di musulmani della zona. Durante il giorno nel capannone si è sempre registrata una media di dieci musulmani in preghiera: alle 5, alle 13, alle 17, alle 20 e poi alle 23. La sera il numero è salito spesso a quota 150, cifra che lievitava nel weekend.
LA FESTA. Tra ieri e domenica si è chiuso il Ramadan per i membri della Seddik. La celebrazione conclusiva è cominciata alle 8 di domenica: per un’ora, prima di aprire i festeggiamenti, i 370 musulmani presenti – un numero evidentemente notevole – hanno recitato la frase «Allah akbar, Allah akbar, Allah akbar, la ilaha illa Allah», che tradotta equivale più o meno a «Allah è grande, non c’è altro dio al di fuori di Allah». L’imam (rimasto a Monselice a spese dell’associazione per tutto il mese) ha quindi recitato la preghiera della festa, invitando i fedeli a vivere per tutto l’anno secondo i principi del Ramadan. È quindi arrivato il momento del divertimento e della spensieratezza. Fuori dal cancello del capannone è stato appeso uno striscione con scritto «Aid al fitr» («Festa di fine Radaman»), riportato anche nella traduzione italiana in segno di apertura verso la popolazione del posto, a dire il vero non sempre tollerante con quest’iniziativa. Marocchini, algerini, tunisini, senegalesi, pakistani, ma anche italiani (due in tutto, convertiti da poco all’Islam) hanno poi assaggiato i dolci e i cioccolatini preparati dalle donne, che hanno potuto festeggiare ma in un ambiente separato dai mariti. L’officina di via Negrelli era stata strutturata con spazi divisi tra maschi e femmine anche durante la preghiera di questo mese. I bambini hanno invece indossato vestiti nuovi, mai messi prima, e hanno giocato per tutta la giornata con fischietti e palloncini, come prevede il “canone ludico” musulmano.
SPAZIO SGOMBERATO. Domenica la festa, lunedì lo sgombero immediato della "moschea temporanea". «Come avevamo annunciato, da oggi abbandoniamo il capannone e ritorniamo nella nostra piccola sede di via Costa Calcinara», ha ribadito ieri Abdellatif Tibba, portavoce dell’associazione Seddik e impegnato nella pulizia della struttura. «A nome del nostro gruppo vogliamo ringraziare il sindaco Francesco Lunghi e l’assessore Gianni Mamprin che hanno collaborato seriamente per portare questo progetto a buon fine. Non possiamo che augurarci un arrivederci alla prossima volta».
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