Fidanzatini arsi vivi, nessun colpevole

LEGNARO. Il loro rifugio d’amore si era trasformato in una trappola mortale, in un rogo che aveva ridotto quasi in cenere la giostra «il Labirinto di Aladino», un'attrazione per bambini allestita alla sagra di Legnaro. E, con la giostra, anche i due fidanzatini che, al suo interno, s’erano dati appuntamento quella tragica notte tra l’1 e il 2 settembre 2008. Ma rischia di restare impunita la mano assassina capace di innescare quel fuoco. Il tragico caso di Giada Dalla Santa Casa, 15 anni appena, e di Joy Torrinunti, 19, potrebbe restare un cold case, un caso irrisolto. Anzi, di più: il pm padovano Federica Baccaglini ha sollecitato l’archiviazione del procedimento penale a carico dell’unico indagato, il giostraio Gianni Moretti, 35 anni, ex compagno della sorella di Giada e padre dei loro due bambini. Sulla richiesta si pronuncerà il gip a breve.
Il sospetto. Finito nel registro degli indagati per incendio doloso e omicidio volontario, l’uomo è senza un’alibi per la notte tra l’1 e il 2 settembre 2008 quando la giostra – di proprietà del padre della ragazzina – venne bruciata. Le fiamme imprigionarono i due fidanzatini, morti per asfissia prima di finire carbonizzati. Come accertato dall’autopsia, le vittime erano decedute per intossicazione, in quanto la giostra conteneva centinaia di palline di poliuretano, materiale che, se incendiato, produce fosgene, un gas letale pur inalato in piccole quantità. Tra le 21.30 e le 5.30 di quella notte, Gianni si era allontanato dalla sua roulotte in sosta ad Albignasego nella quale viveva con l’allora fidanzata. All’alba del 2 settembre, appena rientrato senza dare spiegazioni, aveva ricevuto una telefonata dal fratello: «Giada è morta e tutti ti considerano colpevole dell’accaduto». Immediata la decisione di lasciare il Padovano e, in compagnia del fratello, di raggiungere il padre a Fano nelle Marche. Lo aveva rivelato agli inquirenti la convivente dell’epoca: «Appena arrivammo nelle Marche, Gianni e il fratello si chiusero nella roulotte del padre per parlare. Fu una lunga riunione di famiglia». Una riunione in cui lei non venne ammessa.
Solo indizi. Ma non basta. Mancano prove concrete come tracce biologiche o altro. Il fuoco ha distrutto tutto, tanto che solo l’accurata consulenza dell’esperto Roberto Bonsembiante, nominato dal pm Baccaglini, aveva escluso l’ipotesi di un rogo accidentale (un mozzicone di sigaretta caduto ai fidanzatini addormentati). E aveva spiegato con criteri scientifici le cause dolose del fuoco. Un fuoco omicida.
Contraddizioni. Tra l’8 e il 10 settembre 2008, Gianni Moretti torna a Legnaro e si presenta nella stazione dei carabinieri: vuole denunciare il padre di Giada che lo accusa della morte della figlia. «Io non c’entro nulla... Ero a Fano» si difende. Scattano gli accertamenti: dai tabulati telefonici emerge che, tra il 30 agosto e le 5.30 del mattino del 2 settembre, il cellulare di Moretti aggancia le celle di Albignasego. Conclusione: il suo alibi è falso. Ma servono prove in grado di reggere la verifica processuale benché siano noti il rancore e l’odio covato da Gianni Moretti verso la famiglia Dalla Santa Casa da tanti episodi. 24 gennaio 2001: Gianni spara al fratello dell’ormai ex, che era intervenuto nel corso di una lite fra i due. La sorella di Giada si era rifiutata di fare un sopralluogo in vista di una rapina che Gianni voleva compiere. 12 giugno 2007: Gianni mette a punto un blitz e sottrae alla mamma la sua seconda figlia. Per i due reati il 3 luglio 2013 sarà condannato a 7 anni di carcere (la pronuncia è in appello) per sottrazione di minore e tentato omicidio derubricato in lesioni volontarie. Giugno 2007: a Chioggia Moretti spara alla giostra del papà di Giada. Giugno 2008: una persona rimasta sconosciuta tenta di incendiare la stessa giostra presente in una sagra di Jesolo. Quel giorno il cellulare di Gianni Moretti aggancia le celle della città lagunare. Purtroppo chi sa non ha mai parlato, almeno finora, per dare giustizia ai due fidanzatini. E anche al papà di Giada, Adriano Dalla Santa Casa, morto in un incidente stradale nel febbraio 2010.
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