Finti incidenti a tavolino Frode per 130 mila euro

In 22 rischiano di finire davanti al tribunale dopo la denuncia delle assicurazioni che hanno pagato risarcimenti non dovuti. L’accusa: associazione a delinquere
Di Cristina Genesin

Una serie di finti incidenti stradali costruiti a tavolino per incassare i soldi dalle compagnie di assicurazione, quasi 130 mila euro tra il 2007 e il 2009: in 22 rischiano di finire a processo per associazione a delinquere, reato contestato ai “cervelli” del raggiro (cinque imputati, il sesto è morto nel 2012)e di fraudolento danneggiamento di beni (reato a carico degli altri). Sul banco degli imputati Alfredo Gamba, 53 anni di Padova; Adriana Laghi, 55 di Camposampiero; Roberto Gesuato, 40 di Borgoricco; Corrado Vadalà, 60 di Mestrino e Salvatore Bandiera, 64 di Camposampiero, accusati di associazione a delinquere. Sono chiamati a rispondere di fraudolento danneggiamento di beni (le auto coinvolte nei falsi incidenti) Sara Agnoletto, 24 anni di Camposampiero; Matteo Bacco, 61 di Padova; Giovanna Barbara, 49 di Cadoneghe; Leonardo Barbara, 36 di Cadoneghe; Susanna Barbato, 51 di Cadoneghe; Vittorino Bordigato, 76 di Padova; Lino Cacco, 56 di Noventa; Erik Casarin, 39 di Cadoneghe; Lorenzo Cordi, 73 di Padova; Bruno Fanton, 80 di Padova; Andrea Favero, 41 di Padova; Turno Ferrarese, 52 di Giavera del Montello; Fabio Mattiuzzo, 34 di Fiumicino (Roma); Diego Mezzalira, 53 di Legnaro; Annalisa Moscardo, 59 di Cadoneghe; Enrico Nicolini, 54 di Vigodarzere e Gastone Nobile, 72 di Padova.

Il pm Sergio Dini ha chiesto il processo e ieri la vicenda è finita davanti al gup Chiara Bitozzi che ha rigettato una sfilza di eccezioni procedurali sollevate dalla pattuglia di difensori. Battaglia fra avvocati: si sono costituite parte civile l’Allianz Assicurazioni, It Italiana Assicurazioni, Arca e Direct Line tutelate dai legali Lorenzo Locatelli e Mauro Bonato. Nel 2012 sono le compagnie Allianz e Genialloyd a presentare le prime denunce alla Guardia di Finanza dopo aver messo a confronti i dati di una serie di incidenti: i nominativi delle persone coinvolte sono sempre gli stessi, in qualche caso si tratta di soggetti imparentati fra loro, e – guarda caso – prima mister X risulta a bordo dell’auto in compagnia di mister Y, entrambi vittime di un incidente causato da terzi, poi accade che siano addirittura l’uno contro l’altro a reclamare il risarcimento danni per un tamponamento.

Scatta l’inchiesta e vengono alla luce i falsi incidenti destinati a far incassare somme (dai tremila agli oltre novemila euro a ferito) che, in “percentuale fissa”, andavano nelle tasche di chi aveva architettato il “gioco”. Somme consistenti, nonostante fossero denunciati piccoli tamponamenti: il risarcimento lievitava grazie all’immancabile “colpo di frusta” per il conducente dell’auto e pure per i passeggeri. Poco alla volta, però, è venuto alla luce l’organigramma del sodalizio criminale. Peraltro alcuni imputati sono stati coinvolti in un’inchiesta analoga della procura di Venezia, si tratta di Adriana Laghi titolare dell’agenzia automobilistica Road di Spinea e di Roberto Gesuato, amministratore di “Punto salute”. Si tornerà in aula il 9 aprile per la costituzione di altre parti civili.

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