Flavio Busonera, il medico buono «incastrato» dai fascisti

Di origini sarde, Busonera arriva a fare il «medico di base» a Cavarzere, nel Veneziano, dove entrò in contatto con le leghe socialiste dei braccianti agricoli. Cade nella troppola di un gruppo fascista, che si fingono partigiani e lo arrestano. Fu impiccato in via Santa Lucia come ripicca per un omicidio attribuito ai partigiani, ma in realtà dovuto a questioni passionali
PIEROBON - RITRATTI ANPI - FLAVIO BUSONERA
PIEROBON - RITRATTI ANPI - FLAVIO BUSONERA

PADOVA. Nato a Oristano nel 1894 da una famiglia di artigiani, Flavio studia medicina a Cagliari e intraprende la carriera di medico «di base», come si direbbe oggi. Inizia nell’isola natale, a Sarroch, ma poi, anche per le sue idee politiche che lo pongono in rotta con i maggiorenti del paese, si trasferisce nella Penisola. Socialista da giovanissimo, aderisce al neonato Partito Comunista nel 1921. Dopo una breve permanenza a Claut, in Valcellina, arriva nel 1926 a Cavarzere, grosso centro agricolo in provincia di Venezia, ma a pochi chilometri da Adria. Cavarzere è all’ epoca abitato da una moltitudine di braccianti agricoli, spesso costretti a condizioni di lavoro e abitative di grande durezza e precarietà. Forti e combattive sono nel paese le leghe socialiste, durissimo, aggressivo e gretto è il fascismo locale degli agrari.

Nel periodo cavarzerano Flavio Busonera, che si è sposato con una giovane di Noale e ha avuto quattro figli, si distingue per l’ efficacia e l’umanità del suo lavoro. Dopo l’8 settembre 1943 Flavio Busonera si impegna nell’ attività clandestina in collegamento con gruppi partigiani locali. Aiuta nell’organizzazione e nel ricevimento di lanci, sostiene i giovani renitenti, soprattutto cura i partigiani alla macchia. E’ proprio nell’adempimento del suo lavoro di medico che Flavio cade nella trappola tesagli da un gruppo di fascisti locali. Con l’inganno, fingendosi partigiani, essi si presentano a casa sua chiedendogli di andare a curare in campagna dei compagni feriti. Busonera viene arrestato e rinchiuso nelle carceri di Padova.

Il 16 Agosto 1944, nel centro di Padova, viene ucciso il colonnello fascista Bartolomeo Fronteddu. L’uccisione viene attribuita ai partigiani - non è così, Fronteddu è stato eliminato da sicari per una questione passionale - ma i caporioni fascisti locali decidono di dare una terribile lezione alla Resistenza. Nella giornata del 17 Agosto 1944 sette patrioti - fra questi il giovane cittadellese Luigi Pierobon - vengono fucilati alla caserma di Chiesanuova. Flavio Busonera, Clemente Lampioni, Ettore Caldironi vengono impiccati nel centro medievale della città, in Via Santa Lucia. Un mese dopo il Tribunale Fascista condannerà a morte e farà fucilare i veri autori dell’uccisione di Fronteddu. Flavio Busonera è ricordato oggi a Padova da un’importante struttura sanitaria di ricerca e cura in campo oncologico, a lui intitolata.

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