Folla di fedeli (e non) in Basilica per Sant’Antonio. C’è anche il principe Emanuele Filiberto

Arrivano da tutto il mondo a Padova per pregare e rendere omaggio al santo della concretezza.  Tante storie e lunghe code nonostante il caldo 

Marta Randon
Il principe Emanuele Filiberto di Savoia al Santo per le celebrazioni del 13 giugno
Il principe Emanuele Filiberto di Savoia al Santo per le celebrazioni del 13 giugno

Il miracolo di Sant’Antonio si ripete anche quest’anno a Padova. Sono quasi 800 anni che devoti da tutto il mondo il 13 giugno riempiono la Basilica di passi, preghiere, speranze. Il resto della città si addormenta, e’ tutto chiuso: i negozi, le attività, l’università. La Basilica pulsa, prega, chiacchiera, spera, in una grandiosa festa di popolo.

Le storie dei fedeli 

Stamattina, 13 giugno, una signora indiana ha fatto  in ginocchio il percorso attorno alla tomba. C’è chi la sfiora con candele, abiti, chi appoggia il cellulare con la foto del figlio, del fratello. Si chiede salute, benessere. Poi si fa il segno della croce. Dopo le recenti tragedie nel mondo molti invocano la pace. “Muoiono troppi bambini”. Vengono da tutto il mondo: Europa, Canada, Stati Uniti, America Latina.

Storie personali, profonde, spesso tristi: Eleonor ha preso un aereo dall’Inghilterra, oggi è  il suo compleanno, l’ha sempre trovata una “dioincidenza”. E’ in disparte, nel chiostro: «Mio papà è  ammalato, mia mamma soffre d’Alzheimer - racconta -. Ho bisogno che Sant’Antonio mi aiuti».

Per i credenti Antonio è un amico, un compagno di viaggio affidabile. È il santo della concretezza: lo si invoca anche per trovare oggetti perduti, ma in realtà si cerca molto di piu: fiducia, direzione, senso. È il volto umano della fede, colui che non predicava solo con le parole ma con gesti di carità, giustizia e ascolto. La sua festa è un momento di gratitudine e rinnovamento spirituale, un’occasione per sentirsi parte di una comunità che ancora crede nel bene.

Padova, le storie dei fedeli di Sant'Antonio

E i non credenti

Ma la bellezza della festa antoniana è che parla anche a chi non si definisce credente. Perché c’è qualcosa di profondamente laico nella figura di Sant’Antonio: un uomo che ha lottato contro le ingiustizie, ha dato voce ai poveri, ha creduto nella forza della parola e nella dignità delle persone. Il suo culto è popolare non perché “facile”, ma perché umano. Daniele è in Basilica con la figlia di due anni, viene da Verbania: «Mio suocero è devoto da tantissimi anni. E’ il primo anno senza di lui. Sono qui per chiedere protezione e felicità per la mia piccola».

Undici le messe totali nella giornata.

L’ultima alle 17 celebrata dal ministro generale dell’ordine dei frati minori conventuali fra’ Carlos Trovarelli.

Nel primo banco siedono i rappresentanti civili: il sindaco e presidente della Provincia di Padova Sergio Giordani, il prefetto Giuseppe Forlenza, il questore Marco Odorisio, il presidente della Camera di Commercio Santocono, la rettrice dell’Universita Daniela Mapelli, il senatore Antonio De Poli, il procuratore della Repubblica Angelantonio Racanelli e le alte cariche delle forze dell’ordine. Presente anche il principe Emanuele Filiberto di Savoia.

A seguire la consueta processione, al termine della quale il sindaco Giordani poterà il suo saluto .

Stamattina alle 11.30 ha celebrato il vescovo Claudio: «Non siamo soli e non ci vergogniamo di ricorrere umilmente a sant’Antonio per chiedere la sua intercessione», ha detto.

«L’anno scorso faceva caldo come oggi, ma gli anni scorsi il tempo era incerto, Antonio porta sempre il sole nei cuori»,  raccontano gli operatori della Croce Rossa fuori dalla Basilica. Sono una decina. Stamattina hanno misurato la pressione a qualche anziano e donna incinta. Niente di grave. E il via vai di fedeli continua. Fino a stasera la Basilica sarà gremita. E’ il miracolo che si ripete.

Il popolo del Santo

 

I fedeli sulla tomba di Sant'Antonio a Padova
I fedeli sulla tomba di Sant'Antonio a Padova

 

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