Fonderia Anselmi rilevata dalla Ariotti

CAMPOSAMPIERO. La fine dell’incubo, che le 113 tute blu della Fonderia Anselmi aspettavano dal 19 dicembre, è arrivata ieri, appena dopo mezzogiorno, quando in piazzetta Salvemini, a Padova, i due consulenti dell'azienda bresciana Ariotti sono finalmente usciti dallo studio del liquidatore Ornella Guarniero, dove erano appena state aperte le buste della seconda asta alla presenza del commissario giudiziale Marcello Dalla Costa e dei legali della procedura, Filippo Lo Presti e Massimo Mazzuccato. I due consulenti hanno comunicato l’esito favorevole per l’offerta della Casting Anselmi srl, società che fa riferimento alla fonderia di Adro (Bs) fondata nel 1910 da Giuseppe Ariotti detto Pini, oggi guidata dai fratelli Giorgio e Roberto. Una fonderia simile a quella padovana, perché anche nello stabilimento in Franciacorta (140 dipendenti, 72 mila mq e 50% di prodotto esportato, sopratutto in Germania), si opera la fusione della ghisa sferoidale e lamellare.
Ma in base alle regole vigenti, la Ariotti non è stata ancora dichiarata, formalmente, vincitrice dell'asta. La comunicazione ufficiale avverrà solo tra due giorni, ossia entro il 13 maggio.
All'asta ha partecipato anche una seconda azienda, la cui offerta, però, non è stata riconosciuta valida dal punto di vista formale. Si tratta di un altro gruppo siderurgico bresciano, la Pedercini con stabilimento a Nuvolera, che in passato ebbe rapporti anche con le Acciaierie Venete di Padova.
In serata è stato diffuso un comunicato dell'Anselmi spa, in cui si precisa che l'offerta di Ariotti non è stata recepita nella prima asta perché solo ieri all'offerta è stato allegato l'accordo sindacale raggiunto con l'azienda bresciana il 26 aprile per la riassunzione di tutte le tute blu. Ci sarebbe ancora un altro problema da risolvere: «Alla luce degli importi offerti», recita il comunicato, «di molto inferiori rispetto a quelli affittuari dall'originario affittuario dell'azienda (oggi in fallimento), la dottoressa Guarniero ha dato mandato all'avvocato Lo Presti di trattare con il creditore ipotecario, Banca Ifis, l'eventuale riduzione delle proprie pretese. Il legale della procedura sta già sondando la disponibilità a stralciare, almeno in parte, i propri crediti con la finalità di assicurare il pagamento dei creditori privilegiati residuali (gli stessi dipendenti), oltre che garantire la migliore soddisfazione possibile al ceto chirografaro. " In pratica solo dopo aver espletato tale parte finale della procedura " ci potrà essere l'auspicata ripresa dell'attività imprenditoriale in capo all'acquirente."
Intanto oggi, alle 14.30, un'altra folta delegazione dei lavoratori sarà a Venezia, negli uffici dell'assessorato regionale al lavoro guidato da Elena Donazzan, dove saranno esaminati anche gli aspetti della vertenza che riguardano la richiesta della cassa integrazione straordinaria, già inviata al ministero del Lavoro, e gli eventuali altri aiuti sociali per i lavoratori senza stipendio da 5 mesi.
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