Fondi pubblici in Svizzera liberato Augusto Pretner

Indagato per peculato con l’ex ministro Corrado Clini, era agli arresti domiciliari La decisione del tribunale del Riesame di Bologna, ma l’inchiesta va avanti
Cristina Genesin
PD 10/04/2001 GM TRIBUNALE X LETTURA SENTENZA PROCESSO A MOLON EDEL/BARSOTTI/GENESIN il pubblico ministero
PD 10/04/2001 GM TRIBUNALE X LETTURA SENTENZA PROCESSO A MOLON EDEL/BARSOTTI/GENESIN il pubblico ministero

È di nuovo libero Augusto Calore Pretner, 70 anni, socio e amministratore di Sgi (Studio Galli Ingegneria) con sede a Sarmeola di Rubano, uno dei maggiori studi di progettazione italiani presieduto da Piergiorgio Romiti, finito sotto inchiesta insieme all’ex ministro dell’Ambiente nonché direttore generale del dicastero Corrado Clini con l’accusa di aver arraffato soldi pubblici autorizzati per un progetto di riqualificazione idrica in Mesopotamia (progetto denominato New Eden), avviato nel 2003 per cooperare alla ricostruzione dell’Iraq del “dopo Saddam Hussein”, dirottati su conti cifrati in Svizzera attraverso un sistema di sofisticate triangolazioni internazionali.

Il tribunale del Riesame di Bologna ha accolto l’istanza del collegio difensivo (il penalista Emanuele Fragasso e il collega Giovanni Vasoin De Prosperi), revocando la misura degli arresti domiciliari che il professionista stava scontando nella sua abitazione – un appartamento in via IV Novembre a Padova – dall’alba del 26 maggio quando la misura fu applicata anche nei confronti di Clini («in ragione dell’età» si legge nell’ordinanza). Una misura chiesta e ottenuta dai pm di Ferrara, Nicola Proto e Filippo Di Benedetto, coordinati dal procuratore capo Bruno Cherchi che contestano a Pretner (sempre in concorso con Clini) il reato di peculato: si sarebbero intascati 3 milioni e 170 mila euro, parte di un più corposo finanziamento di 54 milioni di euro erogato dal Governo italiano attraverso il Ministero dell’Ambiente (provvedimento firmato dallo stesso direttore Clini) a due ong, Iraq Foundation e Natur Iraq il cui presidente, Azzam Alwash, è pure indagato.

Solo tra qualche settimana sarà disponibile il provvedimento contenente le motivazioni della liberazione, indispensabile per capire perché siano venute meno le esigenze cautelari alla base della misura restrittiva, almeno secondo il convincimento del Tribunale della Libertà. Nell’ordinanza di custodia cautelare, si osservava: «Gli indagati... che rivestono ancora i ruoli che hanno consentito di commettere l’illecito... hanno messo in atto un complesso e sofisticato meccanismo, preordinato all’appropriazione di danaro pubblico conseguendo ingenti profitti». E ancora: «... c’è il pericolo di reiterazione in virtù dell’attività continuativamente attuata»; in più il gip Piera Tassoni, firmataria dell’ordinanza aveva rilevato «vincoli di complicità di natura solidaristica, consolidatisi nel tempo...».

Da allora qualcosa è cambiato? Di certo l’inchiesta ha fatto passi da gigante in seguito alla collaborazione della Svizzera, fino a qualche tempo fa impensabile, tanto che il salto di qualità sotto il profilo investigativo è stato consentito dal materiale documentale fornito dall’autorità giudiziaria elvetica che ha svolto una rogatoria in Italia (la richiesta era arrivata alla Corte d’appello di Bologna) nell’ambito di un’indagine per riciclaggio internazionale a carico di Pretner e Clini (quest’ultimo è stato interrogato il 16 giugno dalla procura federale di Lugano). Nel frattempo Clini si è autosospeso da dirigente del Ministero, mentre Pretner non figura più nel management di Sgi. Ecco la probabile giustificazione alla revoca della misura: non ricoprendo incarichi operativi, non ci sarebbe più il rischio di reiterazione del reato. Pretner, infatti, non avrebbe collaborato con la procura (almeno fino ad oggi): nell’interrogatorio di garanzia, all’indomani dell’arresto, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

I finanziamenti ministeriali venivano accreditati nei conti accesi in alcune banche in Giordania poi, tramite un sistema di fatture per operazioni inesistenti emesse da società schermo attive in Olanda (come la ”cartiera” Gbc) e ulteriori passaggi in paradisi fiscali, i soldi finivano in conti cifrati accesi nella Usb di Lugano, i conti Pesce e Sole che facevano capo a Clini e a Pretner.

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