Funerali di Fatos Cenaj, commozione e silenzio per l’addio

Veglia silenziosa nella sala consiliare di Fontaniva per Fatos Cenaj ucciso mentre andava al lavoro. Una comunità in lutto si è stretta attorno alla famiglia

Silvia Bergamin
I funerali di Fatos Cenaj
I funerali di Fatos Cenaj

Nessun discorso, nessun applauso. Solo presenza e rispetto. Stamattina, 20 giugno, per un’ora e mezza la sala consiliare Padre Oddone Nicolini ha ospitato una veglia composta, toccante, discreta.

Così Fontaniva ha voluto onorare la memoria di Fatos Cenaj, 58 anni, ucciso mentre andava al lavoro in bicicletta. Un via vai continuo alla camera ardente, tra strette di mano, sguardi abbassati, lacrime trattenute. A testimoniare la vicinanza alla famiglia anche il parroco, don Andrea Mazzon, che si è presentato per portare un saluto e una parola di coraggio ai familiari, colpiti da un lutto tanto assurdo quanto profondo.

Alle 13 il corteo funebre si è mosso lentamente verso il cimitero di Fontaniva. A piedi, in raccoglimento, accompagnando il feretro — una bara di legno chiaro, coperta da rose bianche e rosse — in un’atmosfera sospesa, densa di commozione e partecipazione. Fatos Cenaj era arrivato in Italia tre anni fa, dopo una lunga carriera da agente penitenziario in Albania. Aveva scelto Fontaniva per ricongiungersi alla moglie Rafiza, alla figlia Eni, e per vivere vicino alle nipotine.

Una quotidianità semplice, fatta di lavoro, affetti e piccole abitudini. Domenica 8 giugno è stato trovato agonizzante sull’asfalto, colpito da un proiettile alla testa. È morto tre giorni dopo in ospedale. Le indagini sono ancora in corso.

Oggi però non è stato il tempo delle domande, ma della vicinanza silenziosa. Di un commiato sobrio, carico di dolore e umanità. La comunità si è stretta attorno alla famiglia, lasciando spazio al ricordo di un uomo mite, generoso, arrivato in Italia per amore dei suoi cari e strappato alla vita da una violenza ancora senza nome e senza volto.

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