Formazione, tre condanne per truffa a vertici Dieffe

PADOVA. Si è concluso con tre condanne, un'assoluzione e sei sentenze di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione il processo che vedeva la Dieffe Scarl accusata di truffa per dei corsi di formazione. La società cooperativa si occupa di ricerca didattica e formazione ed è vicina alla Compagnia delle opere, braccio operativo di Comunione e Liberazione. Dieci gli imputati, accusati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il giudice Nicoletta De Nardus ha condannato a 1 anno e 4 mesi Fabio Di Nuzzo, 47 anni, legale rappresentante della società, e Federico Pendin, 41 anni, responsabile amministrativo della cooperativa. Otto mesi invece è la condanna decisa dal tribunale monocratico per Alberto Raffaelli, 54 anni, presidente del cda di Chronos srl (che stando all'accusa avrebbe emesso fatture nei confronti di Dieffe per attività fittizie). Simone Zanon, 53 anni, direttore della formazione di Dieffe è stato assolto per non aver commesso il fatto. Sei infine le sentenze di prescrizione, tra queste quella per Graziano Debellini, 54enne ex presidente della Compagnia delle Opere del Nordest.
Dopo tre anni di dibattimento e sette dall'inizio delle indagini, «il castello accusatorio che aveva ipotizzato l'esistenza di una organizzazione illecita finalizzata a percepire finanziamenti europei per corsi fantasiosi, si è in realtà dimostrata insussistente per stessa ammissione della Procura della Repubblica, che ha viceversa riconosciuto l'effettiva realizzazione di tutti i corsi oggetto di attenzione investigativa». Lo sostiene, in una nota, l'avvocato Fabio Pinelli, che ha difeso Graziano Debellini, ex presidente della Compagnia delle Opere del Nordest. «Il tema centrale del processo a tutt'oggi irrisolto si è limitato dunque alla comprensione delle modalità e delle tecniche di rendicontazione dei fondi europei ricevuti, nonchè alla individuazione delle fonti regolamentari di riferimento - sottolinea il legale -. Altrettanto, è stato accertato nel processo che nessuno dei soggetti coinvolti abbia incassato alcuna somma di denaro, essendo semmai le erogazioni ricevute state utilizzate per il pagamento del personale dipendente. Il Collegio difensivo resta convinto che tutta l'attività di rendicontazione sia stata corretta e che anche le oramai residue contestazioni saranno chiarite in giudizio di appello». Per Graziano Debellini, il Tribunale di Padova ha dichiarato estinto il reato contestato per intervenuta prescrizione. «Debellini ribadisce l'assoluta correttezza del suo operato, nonchè dell'Istituto Romano Bruni, correttezza confermata anche dal Responsabile Ufficio Rendicontazioni della Regione Veneto - spiega l'avv. Pinelli - il quale ha affermato in Tribunale la piena coerenza della rendicontazione dell'attività di docenza concretamente svolta». Pinelli sottolinea che la dichiarazione di estinzione del reato per intervenuta prescrizione prima della sentenza di primo grado «è per dettato normativo a tutti gli effetti una sentenza di proscioglimento, non essendo stato compiuto ed accertato alcunchè in ordine alle contestazioni mosse».
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