Foto di Totò Riina esposta al ristorante vicino a Baggio

Il figlio “padovano” esulta su Facebook: «Italiani famosi» Il primogenito del boss gestisce aste online su Ebay 
«Alcuni miei grandi amici della Romania si sono trovati in questo ristorante e guarda guarda che fotografia c’era nella parete, assieme ad altri personaggi italiani famosi nel mondo... Grazie amici miei». Ancora lui, Giuseppe Salvatore Riina, figlio del capo dei capi di Cosanostra e ora anche padovano d’adozione. Si mostra compiaciuto e orgoglioso sulla sua pagina Facebook dopo avere visto una grande foto del padre appesa al muro del “Restaurante Martini” di Tenerife, insieme a quella degli azzurri che esultano per la conquista della Coppa del Mondo e di Roberto Baggio. Quasi 200 tra like e cuoricini commentano soddisfatti:
«Anch’io a casa ho la foto di tuo padre e di tutti i componenti della tua famiglia»
,
«Grande u zu Totuccio»
,
«Numero 1 al mondo»
.


Riina jr sponsorizza il suo libro «Riina family life» e posta foto: «Ecco le mie copie bulgare in casa», e parla di fans: «Consegnate e spedite ai miei fans, grazie».


Le vendite procedono su Ebay oltre che su Facebook: aste di copie autografate i cui profitti vengono utilizzati «per il regalo al detenuto cui avevo dedicato l’asta» o «per aiutare un detenuto a potersi acquistare qualcosa, tipo abbigliamento sportivo per alleviare la sua sofferenza in un luogo che davvero solo chi c’è stato può capire».


In un caso è andata particolarmente bene, riuscendo a vendere un volume a 198 euro; in un altro un po’ meno, 151 euro. Così con 144 euro sono state acquistate con lo stesso meccanismo dell’asta un paio di scarpe da tennis da donare al recluso. Atteggiamenti che rafforzano la convinzione della Procura di Palermo sull’attualità della pericolosità sociale di Riina junior, ritenuto ancora capace di esercitare una influenza. Il Tribunale di sorveglianza di Venezia ha respinto la richiesta del figlio del boss di revoca della sorveglianza speciale, confermando l’obbligo di risiedere a Padova, dove, da quando è stato scarcerato per associazione mafiosa, lavora in una cooperativa sociale che assiste famiglie indigenti. Dovrà restare a Padova fino al 15 ottobre, poi si vedrà. Intanto continua a essere ospitato in un appartamento dell’Associazione “Noi famiglie padovane contro l’emarginazione” e lavora alla Cooperativa Diogene. Svolge attività di volontariato nella distribuzione dei viveri a famiglie indigenti.


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