Foto porno alla figlia di 6 anni, arresti domiciliari al padre-orco

PADOVA. Produzione di materiale pedopornografico con una serie di aggravanti, un reato punito fino a 12 anni di carcere. E, ancora, detenzione di materiale sempre hard di cui sono protagonisti bambini. Anzi una bambina, la figlioletta di appena 6 anni che, da qualche tempo, era diventata aggressiva e inquieta al punto di farsi del male. Per queste gravissime accuse sono scattati gli arresti (domiciliari) nei confronti di un 46enne residente in un paese dell’immediata cintura di Padova, già operaio in un’azienda metalmeccanica ma ora disoccupato, un’esistenza un po’ al limite, una situazione familiare difficile e complicata da una separazione.
L’inchiesta era stata avviata dal pm padovano Roberto Piccione che, dopo una perquisizione nell’abitazione dell’uomo, ha chiesto e ottenuto dal gip Cristina Cavaggion un’ordinanza di custodia cautelare per i due reati contestati. Gip che, nella misura, fa riferimento a inequivocabili elementi di colpevolezza a carico dell’uomo ma anche all’elevatissimo pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, due presupposti che stanno alla base di qualsiasi provvedimento cautelare. Da qui la misura restrittiva della libertà personale sia pure in forma attenuata rispetto al carcere visto che il 46enne è incensurato. Nell’interrogatorio di garanzia di fronte al gip il padre (difeso dall’avvocato Carlo Bermone) si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre nel frattempo l’inchiesta è passata alla Procura distrettuale antimafia di Venezia, competente per tutti i reati che riguardano minori in materia di pedopornografia. E il gip veneziano, a sua volta, ha emesso un’altra ordinanza per confermare gli arresti domiciliari. I primi sospetti erano stati provocati dal comportamento della bambina a scuola. Una bambina piccola, eppure irascibile, con una rabbia profonda e reazioni strane. Una bambina protagonista di atti di autolesionismo. Si allertano le insegnanti e i Servizi sociali. Si preoccupa la mamma. E affiorano i sospetti anche di fronte al malessere della bimba ogni volta che deve andare dal padre: alla vigilia di quegli incontri quei comportamenti si aggravano. E lei si fa del male, anche fisico, quasi volesse evitarli. A quel punto la procura decide il blitz nell’abitazione dell’uomo, molto fatiscente. Lui, sorpreso, accoglie i carabinieri con grande nervosismo stringendo fra le mani lo smartphone che non vorrebbe lasciare. Ma è la prima cosa che i militari sequestrano. E arrivano le conferme ai sospetti: vengono scoperte una serie di foto della figlia nuda in atteggiamenti scabrosi anche con il papà. Poi sono sequestrati un pc portatile, altri due cellulari, e supporti informatici come chiavette usb e alcuni cd rom. Ora il materiale informatico sarà affidato a un esperto. Tante le domande che dovranno trovare una risposta: quante sono le foto hard scattate da quel padre-mostro sulla sua piccola? E ancora: quelle immagini sono state condivise online e diffuse in rete? O magari anche vendute?
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