“Franca”, serrande giù per sempre

Il negozio di abbigliamento all’Arcella per 60 anni è stato un punto di riferimento

ARCELLA. Abbassa le serrande, dopo sessant’anni, “Franca”, il negozio di abbigliamento di via Guido Reni. Cessa un pezzo del commercio arcellano e chiude un frammento di città. Protagonisti di una storia fatta di sentimenti ed emozioni, Franca Nalin, 82 anni e il marito Filiberto Mason, 86 anni. Due commercianti che prima di vendere hanno sempre dato. E non avrebbero smesso se il proprietario non avesse chiesto indietro i locali in affitto e se le figlie non avessero tanto insistito che era tempo di chiudere questo straordinario capitolo durato una vita intera. La coppia è convolata a nozze nel 1958, Filiberto aveva già l’attività da un anno: un alimentari che vendeva un po’di tutto. L’ingresso della signora Franca dà una svolta agli affari e al rapporto, con il quartiere prima e con l’intera città subito dopo. Varcano assieme la porta in via Reni il giorno dopo il matrimonio,con buona pace per il viaggio di nozze. Da quel momento per l’Arcella sono diventati un punto di riferimento. Franca, con grazia ed eleganza, si riservò uno scampolo di merceria e abbigliamento: prima sono arrivati gli abiti di Carnevale, poi i grembiulini per gli scolari, infine qualche modello per signora. Ed è così che le donne più eleganti del rione si sono avvicinate al negozio. La “scalata” al centro è stata il passo successivo, il resto (l’hinterland e addirittura la provincia) è stato un soffio. Questa era la “vetrina”, ma il dietro le quinte ha scritto un’altra storia, ancora più appassionante. Quando i non vedenti dell’Istituto Configliachi riconoscevano i Mason dalla leggerezza dei loro passi; quando, per due anni, l’ex Istituto fu occupato dai primi profughi che arrivavano in città, e che presero a chiamare Franca, mamy: «Io avevo un po’di timore» racconta la figlia Monica, «mentre mamma si ostinava a tenere aperto fino a tardi la sera perché – mi ripeteva – che poveri cari, potrebbero avere bisogno di qualcosa». La chiusura è prevista per aprile. «Ogni giorno entra una cliente e giù lacrime», continua Monica che con la sorella hanno fatto del loro meglio per dare una mano ai genitori in tutti questi anni, malgrado due carriere all’Università. «C’è una clientela affezionata che fatica ad accettare la chiusura, proprio come mia mamma. Siamo orgogliose di questa manifestazione di affetto, anche su Fb hanno pubblicato della liquidazione, tuttavia è tempo vadano in pensione». (e. sci.)

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