Francesca Dotto: «Darò voce e anima a Lucrezia Borgia»

La giovane soprano trevigiana stella al Verdi di Padova: «Io e il canto ci siamo scelti, è stato subito amore»
Di Valentina Calzavara

TREVISO. Giovanissima, con il pallino per il bel canto e determinata a calcare i palcoscenici più prestigiosi d’talia, per regalare al pubblico la sua voce. È Francesca Dotto, trevigiana, 25 anni, promettente soprano che il 20 settembre inaugurerà la Stagione Lirica d’autunno con la “Lucrezia Borgia” di Donizetti al teatro Verdi di Padova.

Un ruolo importante quello che la attende, guadagnato sul campo con la forza e la costanza dello studio, con le prove e con tanta passione. Lo racconta lei stessa, dal backstage, durante una pausa delle prove che in questi giorni sono in corso nel teatro padovano: «Io e il canto ci siamo scelti, è stato amore, fin da piccola. Sono cresciuta in mezzo alle canzoni, dallo Zecchino d’Oro al coro della chiesa».

E così, quello che agli albori era solamente il compagno di qualche pomeriggio, si è trasformato nel desiderio di fare della musica una professione, a tutti gli effetti. Un sogno portato avanti con tenacia: «Ho cominciato alle elementari nel coro della scuola, poi mi sono iscritta a un corso di flauto, seguita dal maestro Enzo Caroli, e poi ancora al conservatorio» spiega.

Con la maturità classica e un diploma di flauto traverso conseguito al Conservatorio di Bologna, Francesca, si è guardata intorno alla ricerca di qualcosa che facesse al caso suo: «Mi sono iscritta all'università, a Storia e beni culturali a indirizzo musicale, ma avevo capito che non mi dava abbastanza in termini musicali, allora ho optato per le lezioni di un’insegnante di canto».

Nel 2007 c’è stato l'incontro con Elisabetta Tandura, l’inizio di un’avventura e di molti successi. Dai primi concorsi vinti a Legnago, nel Veronese, alla vittoria del “Premio nazionale delle arti” del Miur, al debutto a Venezia, alla Fenice nel ruolo di Musetta in “La Bohème” di Puccini: «Tutte esperienze indimenticabili, sicuramente l'impatto col pubblico veneziano è stato forte».

Ma quanto impegno si nasconde dietro alla preparazione di un singolo spettacolo? «Il sacrificio è grande e lo studio non finisce mai. Se la voce si usa massimo due ore al giorno per non usurarla, il resto del tempo lo si dedica allo studio dei personaggi, alla lettura dei libretti delle opere. Occorre curiosità per completarsi artisticamente». Continua a studiare: il suo repertorio spazia dalla lirica al sacro e al sinfonico.Un impegno costante che la vede ora cimentarsi nell’interpretazione di Lucrezia Borgia, ormai prossima al debutto sul palcoscenico padovano.

«Lucrezia Borgia è un personaggio complesso, psicologico, non era certo una ragazzina sprovveduta, cercherò di renderla credibile agli occhi del pubblico. Accanto alla difficoltà vocale dell’opera c’è un grosso lavoro di esecuzione per poterla rendere al massimo».

E sul futuro, ha già le idee chiare: «Il mio sogno è quello di poter un giorno interpretare Tosca, una donna forte, innamorata, passionale, che uccide per il suo amore. Mi ha sempre affascinata. Spero di poterla fare, un giorno».

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